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Questo articolo è stato pubblicato il 09 settembre 2014 alle ore 16:56.
L'ultima modifica è del 09 settembre 2014 alle ore 18:05.

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Il Pil del 2011 sale di 59 miliardi di euro, il 3,7% in più rispetto al valore precedente. Questo è il principale effetto della rivalutazione effettuata dall'Istat a seguito dei cambiamenti introdotti dal Sec 2010 al sistema di misurazione e alle innovazioni introdotte dall'Istituto nazionale di statistica. Per effetto della rivalutazione il Pil italiano del 2011 è ora stimato a 1.638,9 miliardi, contro i 1.579,9 miliardi della stima contenuta nel Sec 95.

Cosa ha contribuito alla rivalutazione del Pil
Alla rivalutazione del Pil del 2011 hanno contribuito per 1,6 punti percentuali (24,6 miliardi di euro) le modifiche dovute alle innovazioni metodologiche introdotte dal Sec 2010. In particolare la quota preponderante (1,3 punti percentuali, pari a 20,6 miliardi) è attribuibile alla capitalizzazione delle spese per ricerca e sviluppo. La revisione, spiega l'Istat, deriva per ulteriori 0,8 punti percentuali dall'inclusione di alcune attività illegali come la commercializzazione della droga, la prostituzione e il contrabbando di sigarette, che contribuiscono alla rivalutazione del Pil per 15,5 miliardi (10,5 miliardi dal commercio di droga, 3,5 miliardi dalla prostituzione e 0,3 miliardi dal contrabbando di sigarette). La parte restante della rivalutazione, corrispondente a 1,3 punti percentuali deriva dalla combinazione di numerosi effetti dovuti alle innovazioni introdotte nelle fonti e nelle metodologie nazionali. In questo ambito va inclusa la nuova stima dell'economia sommersa la cui quota sul nuovo livello di Pil risulta pari all'11,5%. Aggiungendo a questa componente anche l'economia illegale si arriva a una incidenza sul Pil della cosiddetta "economia non osservata" pari al 12,4 per cento.

Il 22 settembre la serie aggiornata al 2013
Il Pil, la misura principe dell'economia, è dunque cambiato. O meglio è stato rinnovato il metodo di calcolo. Si parte da oggi e l'anno 'zero', scelto come base, per riponderare tutti i conti nazionali è il 2011. La serie annuale aggiornata al 2013 sarà invece diffusa il 22 settembre, una data attesa anche dal Governo per mettere a punto il Documento di Economia e Finanza (Def), slittato al primo ottobre proprio per tenerne conto. Altra tappa cardine è il 15 ottobre, quando arriveranno anche i dati trimestrali sul 2014. Fra le altre il restyling - che vale per tutti i Paesi dell'Unione europea - sposta le spese per ricerca e innovazione dalla colonna dei costi a quella degli investimenti, lo stesso fa per gli armamenti. Secondo uno studio della Commissione Ue gli impatti sul livello del Pil variano da Paese a Paese.

Economia sommersa e illegalità valgono oltre 200 miliardi
Ricapitoliamo nel dettaglio i numeri. La nuova stima dell'economia sommersa è pari a circa 187 miliardi, l'11,5% del Pil 2011. Sono le somme connesse a lavoro irregolare e sottodichiarazione. A questo si può aggiungere l'illegalità (droga, prostituzione e contrabbando), per un combinato, l'economia non osservata, di oltre 200 miliardi (12,4% del Pil). L'illegalità entra nel Pil, secondo le linee guida di Eurostat. L'inclusione riguarda droga, prostituzione e contrabbando di sigarette, che contribuiscono alla rivalutazione del Pil per 1,0 punti percentuali, ovvero 15,5 miliardi di euro (compreso l'indotto della produzione di beni e servizi legali).

Per effetto del ricalcolo il rapporto deficit/Pil migliora di 0,2 punti percentuali
Il rapporto deficit/Pil del 2011 migliora di 0,2 punti percentuali al 3,5%. È questo uno dei principali effetti del ricalcolo del Pil per il 2011 comunicato oggi dall'Istat. Tra gli altri elementi del conto economico emerge che il saldo primario resta invariato all'1,2% del Pil (sempre nel 2011) mentre la pressione fiscale migliora di 0,9 punti percentuali al 41,6% del Pil.

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