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Questo articolo è stato pubblicato il 10 settembre 2014 alle ore 12:39.
L'ultima modifica è del 10 settembre 2014 alle ore 21:28.

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Non si torna indietro su riforme e rigore dei conti pubblici e i paesi della zona euro dovrebbero seguire l'esempio tedesco che dall'anno prossimo riuscirà a crescere senza creare nuovo debito. È il messaggio inviato da Angela Merkel al Bundestag, dove questa mattina ha illustrato la finanziaria 2015, ma anche ai partner europei nel momento in cui la flessibilità del Patto di stabilità diventa argomento delicatissimo di discussione.

«Dobbiamo prendere molto sul serio l'ammonimento della commissione Ue quando dice che tornare alle vecchie cattive abitudini e non fare le riforme è il rischio più grande per la rispresa» ha detto Merkel. «Tenere fede ai nostri impegni in Europa, specialmente nella zona euro, deve diventare il marchio dell'Eurozona» ha aggiunto. La cancelliera ha anche sottolineato, come già martedì il suo ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble, che l'anno prossimo la Germania raggiungerà il pareggio di bilancio, per la prima volta dal 1969. Un obiettivo perseguito con tenacia dal governo e raggiunto con due anni di anticipo rispetto ai vincoli messi nella Costituzione che prevede il 2016 come anno nel quale il deficit dovrebbe andare sotto il tetto dello 0,35% del prodotto interno lordo.

Barra dritta sul rigore, dunque, nonostante le incertezze della congiuntura. Berlino potrebbe essere costretta, come altri, a rivedere quest'anno l'obiettivo di crescita fissato dal governo all'1,8 per cento perché le tensioni geopolitiche (con le sanzioni alla Russia) e una persistente debolezza della domanda nei paesi dell'Unione hanno proiettato dubbi sulla tenuta delle previsioni, soprattutto dopo che nel secondo trimestre il Pil tedesco è andato a meno 0,2% e importanti indicatori della fiducia delle imprese hanno mostrato brusche frenate. Altri dati, come la produzione industriale di luglio e i gli ordini all'industria, sono invece «chiari segnali»di un ritorno alla crescita. A un «passo Lo sostiene un rapporto pubblicato oggi dal ministero dell'Economia, di cui è titolare il vicecancelliere Sigmar Gabriel. Secondo il governo l'economia è «in buona forma» e dovrebbe tornare alla crescita con un passo «moderato» mettendo a segno un +0,5% nei due trimestri rimanenti dell'anno. Contribuisce all'ottimismo, secondo il ministero, la forza del mercato del lavoro che dovrebbe portare un aumento dei consumi interni.

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