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Questo articolo è stato pubblicato il 11 settembre 2014 alle ore 08:24.

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Molti conoscono il Big Mac index, il mitico indicatore costruito dall'Economist nel 1986 sulle fondamenta del principio della parità dei poteri d'acquisto. Attraverso l'hamburger di Mc Donald's, icona global identica in tutto il mondo, l'index serve a capire quanto una valuta è sopravvalutata o sottovalutata. L'assunto di fondo è che il tasso di cambio tra due divise dovrebbe tendere naturalmente ad aggiustarsi in modo che un paniere di beni abbia lo stesso costo in entrambe le valute. Il Big Mac insomma dovrebbe dettare la linea sul livello corretto dei cambi tra euro, dollaro, yen, sterlina e così via.

È la "Burgernomics" bellezza, come l'hanno ribattezzata ironicamente, e al momento ci racconta che rispetto all'euro la corona norvegese è sopravvalutata del 56,6%, il franco svizzero del 37,8%, il real brasiliano del 18,2%. Mentre la grivnia ucraina è sottovalutata del 67,2% (il Big Mac non tiene conto di Putin), la rupia indiana del 64,7% e il rand sudafricano del 53%. E il dollaro Usa? Sottovalutato di appena il 3,2% rispetto alla moneta unica, con buona pace di Draghi e dei suoi sforzi per indebolire l'euro. Questo secondo gli hamburger.

Tralasciando quello che dicono le tazze di caffè Starbucks (sulle quali l'Economist si è divertito a creare un altro indice global nel 2004), vediamo la versione dei Melafonini. Secondo l'iPhone 5S parity, indicatore analogo a quello del Big Mac ma costruito a colpi di smartphone, il biglietto verde è sottovalutato di oltre il 19% rispetto alla moneta unica. Sì perché, come nota Gianluigi Costanzo, presidente di 4Aim, società che investe nelle Pmi quotate al segmento Aim di Borsa Italiana, «il valore di riferimento dovrebbe essere 1,08». Il prezzo giusto dell'euro insomma sfiorerebbe la parità con il dollaro, per la gioia degli esportatori dell'eurozona. Ma non finisce qui.

I dati sull'indicatore, riportati da Mobile Unlocked, permettono anche di capire dove l'iPhone 5S è più costoso e dove è meno caro, rapportando il prezzo dello smartphone ai vari Pil nazionali a parità dei poteri d'acquisto. Risultato: i Paesi dove l'iPhone costa meno rispetto al potere d'acquisto sono i ricchi Qatar, Lussemburgo e Singapore, seguiti dagli Stati Uniti. L'Italia è a metà classifica, tra Repubblica Ceca e Malta. E i Paesi dove il Melafonino costa di più, in rapporto al potere d'acquisto, sono i "poveri" India e Vietnam.

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