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Questo articolo è stato pubblicato il 11 settembre 2014 alle ore 06:37.

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ROMA
Con tutta l'abilità (e in parte l'ambiguità) del politico di lungo corso, Jean-Claude Juncker, presidente della Commissione Ue, presentando ieri la nuova squadra dell'esecutivo comunitario si è detto sicuro che l'Alto rappresentante per la politica estera e di difesa europea, Federica Mogherini saprà «dimostrare all'interno e all'esterno che lei è una vicepresidente della Commissione e che vuole giocare fino in fondo il suo ruolo». Ha aggiunto che si tratta di persona «ultracompetente» nonostante alcuni commenti poco lusinghieri durante la procedura di nomina e che avrà un ufficio dentro il Berlaymont «per dimostrare che vuole svolgere appieno il suo compito da vicepresidente». Mogherini, secondo quanto detto da Juncker, parteciperà quindi al maggior numero di riunioni della Commissione e delegherà al commissario per le politiche di vicinato e per l'allargamento alcuni dei suoi obblighi di rappresentanza.
Parole molto belle che non riescono, tuttavia, a "indorare" fino in fondo la pillola amara della realtà dei fatti: per la prima volta, infatti, l'Alto rappresentante per la politica estera e di difesa non sarà il vero "numero due" della Commissione (come in parte poteva definirsi la Ashton nell'esecutivo Barroso) poiché lo stesso Juncker ha deciso di affidare il ruolo di primo vicepresidente e "braccio destro" a Frans Timmermans, ministro degli Esteri olandese e in un certo momento candidato anche lui alla poltrona di Mister Pesc. Questo vorrà dire che i dossier economici arriveranno sulla scrivania della Mogherini ma non certo in prima battuta. Quanto alla possibilità di "coordinare" i commissari che hanno portafogli sull'estero e anche sull'interno come Immigrazione e Commercio, si tratterà, più che altro, di agire insieme al commissario per l'Immigrazione e gli affari interni, il greco Dimistris Avramopulos ma solo per gli aspetti che riguardano i rapporti con gli Stati esteri e non certo per le misure concrete di contenimento dei flussi migratori. Analogamente per il Commercio, con la commissaria Cecilia Malmstroem la Mogherini potrà occuparsi dei riflessi di politica estera di un negoziato commerciale molto complesso come quello con gli Stati Uniti che vede la Commissaria ad hoc agire sulla base di un mandato ben preciso del Consiglio Ue. Tuttavia la Mogherini ha cercato subito di "occupare la posizione" con una dichiarazione sul negoziato Ttip per segnalare che «è imperativo che si vada avanti e si concluda l'accordo transatlantico in un momento in cui c'è il rischio di stallo». Per il resto, l'attuale responsabile della Farnesina (che si dimetterà solo dopo il voto del Parlamento europeo previsto per i 21 o 22 ottobre) ha espresso giudizi positivi sulla nuova Commissione che «potrà essere molto politica e potrà lavorare per cambiare l'Europa». Già oggi Juncker ha convocato un conclave per incontrare tutti insieme i membri della nuova Commissione. Un nodo che nelle prossime settimane la Mogherini dovrà sciogliere riguarda senza dubbio la nomina del nuovo segretario generale del Servizio estero europeo, in sostanza un grande servizio diplomatico con un organico di 5mila addetti. Sono molto forti le pressioni perché su quella poltrona si insedi la tedesca Helga Schmid, già vice dell'ambasciatore francese Pierre Vimont che ha ricoperto quel posto con la Ashton.
I commenti in Italia sulla nuova Commissione riflettono le posizioni dei partiti così come le differenze all'interno del Pd tra i renziani e minoranze. L'ex premier Massimo D'Alema (per alcune settimane considerato anche lui papabile al posto di Mister Pesc) ha apprezzato l'incarico alla Mogherini ma ha rilevato che «la Commissione nel suo complesso lascia abbastanza perplessi perché è molto spostata a destra con 8 socialisti su 27 commissari». Anche secondo Stefano Fassina, Pd, le nomine di Juncker «sono deprimenti e rafforzano l'impronta liberista». Una squadra «infarcita di rigoristi» secondo il Movimento 5 stelle mentre per Matteo Salvini, segretario della Lega Nord la nuova Commissione è «un disastro e per noi una presa in giro perché la signora Malmstroem dopo i danni fatti sull'immigrazione mette le mani sul commercio internazionale».
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