Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 11 settembre 2014 alle ore 09:10.
L'ultima modifica è del 11 settembre 2014 alle ore 12:02.

My24

L'Eni soffre in Borsa dove, quando sono le 11.45, perde l'1,31% (segui il titolo) dopo la notizia, riportata stamane dal Corriere della sera, che la procura di Milano ha indagato l'ad Claudio Descalzi per una presunta corruzione internazionale in Nigeria (insieme a lui risultano sotto inchiesta Roberto Casula, chief development, operations & technology officer, l'ex numero uno Paolo Scaroni e Luigi Bisignani). Il Cane a sei zampe, in un comunicato stampa diffuso in tarda mattinata, si difende dalle accuse e ribadisce la totale estraneità ai fatti contestasti.

La società spiega di aver stipulato accordi per l'acquisizione del blocco Opl-245 in Nigeria con il governo nigeriano e con la Shell. «L'intero pagamento per il rilascio a Eni e Shell della relativa licenza - si ribadisce nella nota – è stato eseguito unicamente al governo nigeriano».

Eni ha appreso ieri, dai documenti notificati «nell'ambito del procedimento estero che dispone il sequestro di un conto bancario di una società terza su richiesta della procura di Milano», che sono stati indagati Descalzi e Casula. Il procedimento è quello avviato dalla Corte di Londra che ha sequestrato in via preventiva all'intermediario nigeriano Emeka Obi due depositi anglo-svizzeri di 110 e 80 milioni di dollari su richiesta dell'autorità giudiziaria italiana. Quest'ultima, già a luglio, aveva notificato all'Eni, sulla base della legge 231del 2001 (quella che stabilisce la responsabilità amministrativa delle società per illeciti commessi da amministratori, manager o dipendenti), una informazione di garanzia per la vicenda dell'acquisizione.

Anche allora la società aveva replicato che l'unico interlocutore dell'operazione era stato il governo nigeriano senza l'intervento di alcun intermediario. A luglio poi, come rivelato dal Sole 24 Ore, era stato indagato anche Casula che, all'epoca dei fatti contestati, era il chairman della Nae, la controllata nigeriana dell'Eni. La società, si legge nel comunicato di oggi, «sta prestando la massima collaborazione alla magistratura e confida che la correttezza del proprio operato emergerà nel corso delle indagini».

Aggiornamento del 25 settembre 2023: Il dott. Roberto Casula è stato assolto con sentenza passata in giudicato nel processo c.d. OLP 245 e la sua posizione è stata archiviata per quel che riguarda il reato di corruzione internazionale per la c.d. vicenda congolese

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi