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Questo articolo è stato pubblicato il 12 settembre 2014 alle ore 06:36.
L'ultima modifica è del 12 settembre 2014 alle ore 08:16.

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Gli abbiamo allora chiesto da chi era stata costituita la Petro Service.
"È stata costituita… non mi ricordo neppure più…"
Ma la conosce?
"L'ho sentita nominare".
Non ha a che vedere con lei?
"Assolutamente"
Vuol dire no?
"Ma cosa vuole lei? .. Non ne so niente. Non è legata a me… Non so niente dell'Opl-245. Che cos'è?"
Ha mai avuto scambi di scambi di informazioni riguardante quel miliardo?
"Assolutamente no".

Al nostro giornale risulta invece che ci siano testimonianze e/o documenti che attribuiscono a Falcioni un ruolo negli spostamenti del miliardo.
Dopo che il denaro è tornato sul conto di JP Morgan, apparentemente si è fatto un tentativo di trasferirlo su un conto aperto da Malabu in Libano. Ma anche quel tentativo è fallito.

Si arriva così al 16 agosto, quando il Ministro delle Finanze nigeriano ordina il bonifico di 401 milioni di dollari su un conto della First Bank of Nigeria intestato a Malabu. Il 23 agosto altri 400 milioni vengono poi bonificati su un altro conto, sempre intestato a Malabu, ma questa volta sulla Keystone Bank. Nei giorni successivi parte poi una girandola di altri trasferimenti su vari conti.
Grazie al lavoro di analisi svolto sia dalle autorità nigeriane sia da quelle statunitense, la Procura è arrivata alla conclusione che 523 milioni abbiano avuto come beneficiario tale Alyiu Abubakar, "persona notoriamente legata a pubblici ufficiali di livello elevato in Nigeria". E che "sembra ragionevole ipotizzare che siano state effettuati (altri pagamenti) per scopi corruttivi. Per esempio il pagamento di 10 milioni di dollari a favore di Bayo Ojo San, ex Attorney General della Nigeria".
Il fatto che quest'ultimo signore sia stato tra i beneficiari non sarebbe affatto casuale. Bayo Ojo era infatti Ministro della giustizia proprio nel periodo in cui, dopo anni di tira e molla, il governo nigeriano aveva definitivamente ufficializzato l'assegnazione della concessione per l'Opl-245 a Malabu.

Ovviamente il principale beneficiario del miliardo dell'ENI si pensa sia stato l'ex Ministro del petroliO Dan Etete, che avrebbe usato parte di quei soldi per comprarsi un aereo, un'auto blindata e per saldare un conto con la giustizia francese. Nel 2007 Etete era stato condannato per corruzione dal Tribunale di Parigi e in appello la condanna era stata tramutata in una multa. Le autorità francesi hanno comunicato a quelle italiane che da uno dei vari conti in cui Malabu aveva ricevuto il denaro dell'Eni sono stati trasferiti 7.413.861 dollari per pagare la tesoreria francese.
Conclusione della Procura: "Etete non può essere considerato un mero 'vendor' del blocco. Egli è stato necessariamente parte dell'azione delittuosa dal momento che il suo consenso alla vendita era obbligatorio per riuscire a definire l'affare illegale". Etete è stato anche un veicolo per la distribuzione di tangenti, come emerge chiaramente dall'analisi dei flussi di denaro originate dalla rimessa di un miliardo, 92 milioni effettuata dall'Eni a favore del conto di JP Morgan nel Regno Unito".

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