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Questo articolo è stato pubblicato il 13 settembre 2014 alle ore 08:12.

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Per quanto riguarda l'America, la più grande banca statale russa Sberbank è comparsa nella "lista nera" aggiornata. Gli Stati Uniti hanno irrigidito le sanzioni colpendo, da una parte, cinque grandi progetti energetici russi (esplorazione e produzione petrolifera nell'Artico e in acque profonde, ed esplorazione nello shale oil) cui le major occidentali non potranno partecipare: a rischio diversi contratti in Russia se stretti con Gazprom, Gazpromneft, Lukoil, Surgutneftegaz e Rosneft. Dall'altra parte, viene ulteriormente ristretto l'accesso ai mercati dei capitali per le big russe di Stato. Gli Usa, come l'Europa, hanno ridotto da 90 a 30 giorni la maturità dei bond che banche e compagnie potranno emettere.
Dmitrij Peskov, portavoce di Putin, ha commentato la decisione europea dicendo che le compagnie e i contribuenti europei «dovranno pagare i costi» delle nuove sanzioni. Ma intanto il primo a farne le spese è stato il rublo, che ha ha segnato sul dollaro il minimo di tutti i tempi, 37,938 rubli, e arrivando a quota 49,01 sull'euro.
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Il dettaglio delle nuove sanzioni
PETROLIO E BANCHE NEL MIRINO
L'IMPATTO SULL'ECONOMIA RUSSA
ROSTEC, IL GIGANTE MILITAR-INDUSTRIALE
LE CONTROMISURE DEL CREMLINO
169 miliardi $
Un aiuto al made in Russia
Secondo Rostec - il gigante che raccoglie centinaia di imprese del complesso militar-industriale - le sanzioni europee non avranno un impatto rilevante sulle esportazioni di armi del conglomerato né sull'uomo che lo guida, Serghej Chemezov, stretto alleato di Vladimir Putin (che non avrebbe proprietà nella Ue). Tra le compagnie del gruppo c'è Kalashnikov, il produttore del fucile d'assalto Ak-47.
Sostituzione dell'import
Secondo Rostec, saranno le compagnie europee a pagare il prezzo più alto, perché perderanno i loro contratti mentre le sanzioni «incoraggeranno la sostituzione delle importazioni, accelerando lo sviluppo di tecnologie russe».
Le misure europee
Le nuove sanzioni pubblicate ieri sulla Gazzetta ufficiale europea irrigidiscono i limiti di finanziamento per tre compagnie energetiche russe - tra cui Rosneft - e tre produttori di armamenti. Altre nove compagnie, nel settore della difesa, subiranno restrizioni all'import di tecnologie duali.
Le misure americane
Gli Stati Uniti ieri hanno rafforzato le restrizioni su due fronti: da una parte prendendo di mira i progetti energetici nell'Artico e in acque profonde e lo sviluppo dello shale oil; dall'altra, limitando ulteriormente l'accesso ai mercati dei capitali per le compagnie russe statali. Le compagnie energetiche occidentali non potranno offrire tecnologia e servizi relativi a cinque grandi progetti petroliferi russi. Di nuovo, il provvedimento colpisce Rosneft e la sua partnership con l'americana ExxonMobil.
Occhio per occhio
Nelle scorse settimane da Mosca erano già arrivati ripetuti avvertimenti: la minaccia di chiudere lo spazio aereo alle compagnie occidentali e quella di aggiungere nuovi settori e nuovi prodotti a quelli già colpiti quando, a inizio agosto, la Russia ha bloccato l'import di prodotti agroalimentari dall'Europa e dall'America. Spiegando che la ridotta competizione avrebbe favorito i produttori locali russi: anche se nella realtà il bando si è tradotto in un aumento dei prezzi nei supermercati.
Automobili e tessile
Il presidente russo Vladimir Putin ha avvertito ieri che la Russia sta valutando le possibili ritorsioni, ma ha aggiunto che le imporrà solo dopo aver attentamente studiato le conseguenze: non dovranno recare danno all'economia russa. Secondo il ministro dell'Economia, Aleksej Uljukaev, le nuove misure potrebbero colpire l'import di automobili.
La lotta al caro-prezzi
Con il rublo sceso ieri fino a un nuovo minimo storico sul dollaro (37,93 rubli) e in forte calo anche sull'euro (49,01), la Banca centrale russa ha deciso di mantenere invariati i tassi di interesse, accusando l'inflazione alimentata dalle sanzioni occidentali ma anche dalle contromisure russe, come l'embargo su diversi prodotti agroalimentari provenienti da Ue e Usa.
Le pressioni del Cremlino
Quest'anno Bank Rossii ha già alzato tre volte il costo del denaro, resistendo alle pressioni del Cremlino che vorrebbe vedere incoraggiata la ripresa dell'economia. La stretta comunque non ha aiutato a frenare il calo del rublo, penalizzato dalle incertezze legate alla crisi ucraina che alimenta la fuga
di capitali.

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