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Questo articolo è stato pubblicato il 16 settembre 2014 alle ore 08:32.
L'ultima modifica è del 16 settembre 2014 alle ore 10:42.

Al Qaida rivolse un appello all'Isis per la liberazione di Alan Henning, il secondo cittadino britannico rapito dai terroristi dello Stato islamico, perché «era solo un volontario innocente» e il suo rapimento era «contrario alla legge islamica» e «controproducente». Lo rivela il quotidiano britannico The Independent.
Alan Henning è ancora nelle mani degli estremisti islamici e i miliziani minacciano di decapitarlo come i precedenti tre ostaggi (i due giornalisti americani e il cooperante britannico, David Haines).
Alan Henning era un tassista a Manchester quando nel dicembre scorso, provato dalle sofferenze del popolo siriano, decise di andare in Siria per aiutare i bambini vittime della guerra. E in Siria è stato catturato dai jihadisti. Ma quattro giorni dopo la sua cattura, un emiro di Jabhat al-Nusra, un gruppo affiliato ad al-Qaeda in Siria, si recò dai miliziani dell'Isis, all'epoca alleati nella lotta contro il regime, per chiederne la liberazione: l'emiro -scrive l'Independent- disse ai sanguinari miliziani dell'Isis che le loro azioni erano «sbagliate per la legge islamica» e «controproducenti», ha riferito un giornalista che lo intervisto' poco dopo. Henning, che ha 47 anni, e' sposato e padre di due adolescenti, appare nel video della decapitazione dell'altro britannico.
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