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Questo articolo è stato pubblicato il 16 settembre 2014 alle ore 17:17.
L'ultima modifica è del 16 settembre 2014 alle ore 19:26.

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I mutuatari sopra i 65 anni sono in maggior difficoltà a rimborsare i debiti rispetto ai mutuatari più giovani, soprattutto di fronte a piani di raccolta aggressivi.

Tali debiti possono ridurre il patrimonio netto e il reddito, diminuendo così la sicurezza finanziaria della pensione complessiva in un momento delicato della vita delle persone. I prestiti studenteschi detenuti dagli americani più anziani possono essere particolarmente pericolosi perché a differenza di altri tipi di debito, generalmente non possono essere trasformati in un fallimento. In sostanza hanno clausole di salvaguardia difficili da driblare.

Come risultato i più anziani stanno vedendo una parte delle loro pensioni tagliate per ripagare il debito. Il numero di persone i cui benefici sociali sono stati decurtati per pagare i prestiti studenteschi è cresciuto a 155.000 nel 2013 da appena 31mila nel 2002. Tra i 65 anni di età, il numero è cresciuto del 500 per cento nel corso del medesimo periodo di tempo, a 36.000 da circa 6.000. Ovviamente gioca anche l'aumento della vita media ma in sintensi una situazione che potremmo sintetizzare così: una vita passata a ripagare un debito contratto per studiare.

Negli Stati Uniti i debiti contratti dagli studenti e dalle loro famiglie per finanziare gli studi universitari sono ormai una somma stratosferica che ha già superato i 1.200 miliardi di dollari. Prestiti di solito senza molte garanzie, se non il futuro reddito dello studente quando inizierà l'attività lavorativa, che minacciano di trasformarsi in quello che i mutui subprime sono stati nel 2008 nell'innescare la crisi finanziari globale. Non è un caso che il presidente americano Barack Obama in un discorso sullo Stato dell'Unione abbia fatto esplicito riferimento al problema sociale e finanziario e abbia fatto approvare una legge dal Congresso che pone il limite del 10% sul reddito per la restituzione dei debiti universitari. Basterà? I dati di chi non riesce a pagare o si trascina il debito per tutta la vita non sembrano essere rassicuranti in proposito.

I mutui auto.

Sette anni dopo l'esplosione dei mutui subprime la storia rischia di ripetersi in America, alimentando una nuova bolla tossica, questa volta con i finanziamenti auto dove si stanno prestando troppi soldi a debitori poco affidabili.
Nessuno ha dimenticato che fu l'eccesso di debito sui mutui delle famiglie americane all'origine di quella crisi finanziaria che è poi diventata la Grande recessione tracimata in tutto il mondo.
Il campanello d'allarme è stato suonato da Standard&Poor's in un report della scorsa primavera, quando disse che l'erogazione di prestiti auto era paragonabile al mercato immbiliare del 2006.
A rilanciare il timore sono state le statistiche della Fed di New York, secondo cui il settore finanziario americano offre prestiti per le auto a piene mani. Nel secondo trimestre gli americani hanno sottoscritto prestiti per 101 miliardi di dollari, il più alto livello trimestrale dal 2006. L'importo totale del debito relativo agli acquisti di auto è ora pari a 905 miliardi di dollari, un quinto in più rispetto a fine 2011. Le banche detengono 370 miliardi di dollari di questa cifra e un quarto dei prestiti recenti sono state erogati a debitori a rischio (i famosi "subprime").
L'economia è in ripresa e i debiti aumentano, dicono gli ottimisti. Ma il problema nascosto in queste cifre è la cartolarizzazione dei prestiti auto, spiegano i pessimisti. Come hanno fatto con le obbligazioni ipotecarie immobiliari le banche hanno cartolarizzato alla grande i prestiti sulle auto. Quest'anno circa 12 miliardi di dollari di prestiti auto sono stati cartolarizzati, mentre la cartolarizzazione totale per il 2013 era stata solo di 13 miliardi dollari, secondo Thomson Reuters.
La maggior parte degli analisti, tuttavia, non è preoccupata. Gli economisti della Fed di New York - come ha riportato il WSJ - gettano acqua sul fuoco circa l'aumento dei prestito auto ai subprime. «Nel contesto di un boom più ampio delle vendite di auto, l'aumento nel settore dei subprime non è sproporzionato». Tutto bene, quindi?
In effetti ci sono molte differenze con il mercato dei mutui casa del 2006-2007. In primo luogo le poste in gioco: nel 2006 le banche avevano sui loro libri in sospeso 2.500 miliardi di dollari di mutui immobiliari, di cui 450 miliardi "subprime". I tassi di default sui prestiti auto sono ancora bassi: del 1% per le banche e il 2,5% per gli istituti specializzati.
Certo a far paura c'è anche la bolla dei prestiti agli studenti pari a 1.100 miliardi di dollari, con una percentuale di prestiti studenteschi non ripagati dell'11%. E la somma delle due "bolle", studentesca e auto, pari a 2mila miliardi, si avvicina al totale dei mutui immobiliari del 2007.

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