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Questo articolo è stato pubblicato il 16 settembre 2014 alle ore 08:45.
L'ultima modifica è del 16 settembre 2014 alle ore 12:26.

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NEW YORK - Un pronostico non ottimistico per l'economia italiana, un impegno a mostrare al presidente del Consiglio Matteo Renzi, quando visiterà la Chrysler la settimana prossima a Detroit, che cosa si può fare per rimettere in piedi un'azienda; un consiglio sempre a Renzi di assorbire quanto più possibile le lezioni di alta tecnologia durante l'altra sua tappa a Silicon Valley ,«perché, nonostante le nostre rigidità, in Italia potranno essere applicate».

Questi i consigli per l'Italia dell'amministratore delegato di Fiat Chrysler Sergio Marchionne ai margini di un evento dell'Institute for International Education (Iie), dove è stato premiato insieme a Chrysler con l'Opening Mind Leadership Award, il premio per la "Leadership per Facilitare l'Apertura Mentale".

Marchionne ricorda come è nata la programmazione della visita di Renzi a Detroit: «Si è offerto di venire a Detroit quando l'ho visto al Festival di Trento – ha raccontato Marchionne - Potrà vedere la realtà americana della Fiat Chrysler, perché viaggiare qui in questo Paese e vedere che cosa siamo riusciti a fare in cinque anni, è impressionante, aiuterà: potremo descrivere il processo di risanamento dell'azienda, come è ripartita questa economia, una cosa eccezionale. In un periodo di due anni è ripartito tutto».

Marchionne ha anche detto che per toccare con mano altre differenze potrà presentare a Renzi anche i leader sindacali, ha sottolineato che «chi credeva di avere l'euro gratis si è sbagliato» e che per le riforme ci sono purtroppo «30mila interessi; ogni volta che si muove qualcosa andiamo a offendere qualcos'altro, ogni pezzo è da negoziare».

Un altro esempio americano è quello delle start-up, che qui nascono con facilità: «Si deve lavorare in modo libero, si creano delle quote dal nulla; il sistema non è bloccato, non è limitato, le cose le fanno e basta».

Una cura di stampo americano, dunque, potrebbe aiutare un'economia italiana che secondo Marchionne resta «estremamente lenta. Non vedo l'economia italiana migliorare nel breve termine – ha detto ancora - L'unica cosa che può creare crescita sono gli investimenti; noi facciamo quello che possiamo, ma non basta. Non riusciamo ad attirare investitori esteri». Per il futuro della Ferrari, per ora Marchionne guadagna tempo: «Assumerò la carica il 13 ottobre, non ci saranno cambiamenti nell'esclusività del marchio, Luca ha fatto un grandissimo lavoro nel migliorare il prodotto e l'azienda. Ora dobbiamo fare qualcosa per migliorare le gare, lavoreremo su uomini, progetti eccetera».

Marchionne ha confermato che per il collocamento in Borsa arriverà al New York Stock Exchange in Maserati, «in Ferrari mai, ne facciamo 7mila all'anno e preferisco tenerle per i clienti». Comunque, ha detto , «per il collocamento del 13 stiamo andando avanti, non credo ci saranno intoppi. Il 6 ottobre scade il periodo di opposizione dei creditori e non dovrebbero esserci problemi...cominceremo con un flottante, poi partiremo con un programma di educazione degli investitori». Un cruccio per il fatto che ci sarà un collocamento piu grande al Nyse prima di Chrysler, quello di AliBaba? «Che Dio li benedica – ha detto - chiunque raccolga i soldi del mercato riceverà la mia benedizione».

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