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Questo articolo è stato pubblicato il 16 settembre 2014 alle ore 20:19.
L'ultima modifica è del 17 settembre 2014 alle ore 07:52.

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Gestione unitaria, nonostante le polemiche, e segreteria politica «plurale», ovvero "inclusiva" della minoranza. Cambia la squadra di via del Nazareno, per rispondere alla nuova parola d'ordine lanciata dal premier-segretario Renzi nel corso della direzione del Pd: meno snella per l'aumento dei componenti (da 13 a 15 persone, limite statutario), ma ancora in parità di genere , con 7 uomini ed 8 donne. E poi i volti nuovi: tra le new entry Andrea De Maria, legato a Cuperlo e Francesca Puglisi, vicina al ministro Franceschini (area Dem). Le deleghe, spiega lo stesso Renzi, saranno definite dopodomani mattina, giovedi 18 settembre, nella prima riunione della nuova segreteria.

Otto renziani in squadra
Nuovi sono anche i nomi sono di Stefania Covello (ex-Ppi ma avvicinatasi a Renzi già da tempo), Micaela Campana (area riformista, che fa capo a Roberto Speranza), Valentina Paris (indicata dai Giovani Turchi del presidente dell'assemblea Pd Matteo Orfini) e le renziane Lorenza Bonaccorsi, Alessia Rotta, e Sabrina Capozzolo. All'esordio, sempre nella pattuglia dei renziani, anche il toscano David Ermini, Giorgio Tonini (ex veltroniano), ed Ernesto Carbone (già ulivista). Ai sei renziani di ferro si devono aggiungere anche i nomi di Taddei e Covello, garantendo quindi una maggioranza di ferro al premier, perchè ai membri della direzione devono essere sommati i vicesegretario Debora Serracchiani e Lorenzo Guerini.

Due sole conferme: Braga e Taddei
Spazio anche per il dalemiano dell'Area riformista Enzo Amendola, possibile nuovo responsabile Esteri dopo la nomina di Federica Mogherini a mrs Pesc, ed Emanuele Fiano (area Dem-Franceschini) oggi capogruppo in commissione Affari costituzionali alla Camera e in predicato di assumere, in direzione, la delega alle riforme affidata al ministro Elena Maria Boschi. Confermati la deputata Chiara Braga (area Dem-Franceschini, al momento ha la delega all'Ambiente) e del responsabile dell'Economia Filippo Taddei (ex civatiano, ora vicino ai renziani).

Il 41% una responsabilità, cerchiamo una gestione unitaria
«Ho fatto la proposta di una gestione unitaria» del Pd, spiega il premier dopo aver annunciato i nomi nuovi della squadra. « Il 41% impone di non fare da soli, è fondamentale portare avanti quanto abbiamo promesso altrimenti il 41% cambia idea con la stessa velocità con cui fa zapping davanti alla tv. E' un consenso non dato per sempre ma volubile e non possiamo permetterci che se ne vada». «Nessuno, conclude, «può pensare che quel consenso non nasca da una storia condivisa. Stiamo cercando» una gestione unitaria «anche nelle singole regioni». Fuori dalla direzione rimangono solo gli esponenti dell'area Civati.

Cambiamento radicale per far spazio alle mioranze
Rispetto alla vigilia, il cambiamento della squadra si può dire radicale. Con l'eccezione dei confermati Filippo Taddei (delega Economia) e Chiara Braga (Ambiente), dalla direzione sono infatti usciti i nomi, ampiamente attesi, dei ministri Federica Mogherini (Esteri) Marianna Madia (Lavoro) e Maria Elena Boschi (Riforme). Fuori anche Stefano Bonaccini (Enti Locali, ora in corsa per le primarie Pd in Emilia), Davide Faraone (Welfare; potrerbbe avere l'incarico di sottosegretario alla Scuola lasciato vacante da Roberto Reggi spostatosi al Demanio) e Luca Lotti (Organizzazione), impegnato come sottosegretario a palazzo Chigi. Per Alessia Morani (Giustizia) è in vista un nuovo incarico ai vertici del gruppo parlamentare alla Camera. In uscita infine Francesco Nicodemo (Comunicazione) e Pina Picierno (Legalità) da aprile europarlamentare.

Renzi ancora in pressing su Juncker
In apertura della direzione Pd, convocata a via del Nazareno, il premier rinnova il pressing sulla Ue dopo le decisioni dell'ultima riunione dell'Eurogruppo.Il Pse «deve essere molto chiaro nel chiedere alla commissione chiarezza sugli obiettivi espressi ma non ancora dettagliati a sufficienza» dal presidente Ue, Juncker: E insiste: «I 300 miliardi di investimenti dove sono? Su questo la mia proposta è che i nostri europarlamentari ingaggino non un corpo a corpo ma una sana discussione».

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