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Questo articolo è stato pubblicato il 17 settembre 2014 alle ore 08:22.
L'ultima modifica è del 17 settembre 2014 alle ore 17:59.

Nuove risorse per 3,9 miliardi di euro, da una parte, e procedure speciali e incentivi fiscali dall'altra. Il pacchetto infrastrutture del decreto legge 12 settembre 2014, n. 133 è un po' "il cuore originario" dello Sblocca Italia: l'utilizzo dei cantieri e dell'edilizia per dare una spinta rapida all'economia.
La prima sfida è dunque sui tempi. L'articolo 3, quello che stanzia 3.890 milioni di euro per una lista di opere indicata già in dettaglio nel testo, stabilisce le date massime di cantierabilità, pena la revoca dei fondi. Per quattro opere (passante ferroviario di Torino, schema idrico Basento-Bradano, A4 Venezia-Trieste, soppressione passaggi a livello sulla Bologna-Lecce, metropolitana C di Roma) i lavori dovranno partire entro il 31 dicembre 2014; per altri due gruppi si fissano le date massime del 30 giugno e 31 agosto dell'anno prossimo.
Tempi stretti, dunque. Con tutti i 3,9 miliardi si possono subito pubblicare bandi di gara e firmare contratti, ma la "cassa" è molto spostata negli anni: solo 455 milioni (il 12% del totale) sono spendibili nei primi tre anni, 2014-2016, mentre il restante 88%, 3.435 milioni, è spendibile dal 2017 al 2020. Il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi assicura che «è del tutto normale che le infrastrutture facciano poca cassa i primi anni, ma i cantieri devono essere aperti tutti entro il 31 agosto prossimo, e le risorse per portarli avanti ci sono». Questi numeri attesterebbero però che è impossibile (o quasi) "fare Pil" nel breve termine con le infrastrutture.
L'articolo 3 affida a uno o più decreti Lupi-Padoan il compito di assegnare le risorse, ma la Relazione tecnica del governo già indica le cifre. Alle 29 opere citate andrebbero dunque 2.950 milioni, con i restanti 900 a quattro piani di piccoli interventi: 300 alle manutenzioni Anas, 500 ai piccoli Comuni (lettera di Renzi e 6mila Campanili) e 100 milioni ai Provveditorati.
Spiccano poi le tratte ad alta capacità ferroviaria Terzo Valico (200 milioni), Brennero (270), Verona-Padova (90), la Colosseo-Venezia del metrò C di Roma (155), il Quadrilatero Marche-Umbria (120), la variante Tremezzina sulla Ss 340 Regina (210), la ferrovia Lucca-Pistoia (215), la tramvia di Firenze (100), due tratte della Salerno-Reggio Calabria per 419 milioni (la tabella completa sul Sole 24 Ore del 12 settembre).
Un effetto sblocca-cantieri importante è poi affidato anche all'articolo 1, che nomina l'Ad di Fs, Michele Elia, commissario straordinario per accelerare le due tratte ferroviarie Napoli-Bari (già finanziata per 2,9 miliardi) e Messina-Catania-Palermo (2,4 miliardi disponibili). Il decreto fissa il 31 ottobre 2015 come obiettivo per far partire i primi cantieri.
L'articolo 2 detta norme di fatto pensate per l'autostrada Orte-Mestre in project financing, con l'obiettivo di superare i rilievi della Corte dei Conti e riapprovare la delibera Cipe del novembre 2013 che consente di avviare il bando con la defiscalizzazione. I tempi dei cantieri saranno comunque incerti e lunghi.
L'articolo 11 allarga il raggio d'azione del credito d'imposta Ires e Irap che il Cipe può assegnare per spingere le infrastrutture in project financing, da un minimo di valore dell'opera di 200 milioni di euro a soli 50 milioni, e non solo per le infrastrutture strategiche. La misura era nel Dl 179/2012, e non è mai stata applicata.
Stesso discorso per i project bond, sconti fiscali (12,5% sugli interessi anziché l'attuale 26%) per le obbligazioni di progetto dei Ppp, misura anch'essa del governo Monti mai utilizzata. Ora si elimina la scadenza del 30 giugno 2015, si ammette la garanzia anche per la fase post-costruzione, si estende il privilegio anche sul ri-finanziamento.
In materia di autostrade, all'articolo 5, il decreto ammette la possibilità di rinegoziare le concessioni (entro il 31 agosto 2015) – previa intesa con la Commissione europea – con l'allungamento della concessione in cambio di nuove opere o comunque la certezza che si realizzino quelle già previste. Il governo prevede lo sblocco di opere per 10 miliardi di euro, ma parliamo di un arco temporale di oltre 10 anni, e un avvio graduale a partire dalla fine dal 2015.
Norma-provvedimento, infine, all'articolo 16, con deroghe ad hoc per facilitare l'investimento della Qatar Foundation per il nuovo ospedale di Olbia.
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