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Questo articolo è stato pubblicato il 18 settembre 2014 alle ore 17:02.
L'ultima modifica è del 19 settembre 2014 alle ore 11:22.

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Christine Lagarde (Epa)Christine Lagarde (Epa)

Il Fondo monetario rivede al ribasso le stime sul Pil italiano ma promuove le riforme, a partire da quella del mercato del lavoro. A patto che vengano attuate davvero. Quest'anno, secondo l'organizzazione internazionale, l'economia italiana farà segnare un -0,1%, il terzo anno consecutivo di recessione (l'Ocse prevede invece un -0,4%). Una previsione, spiegano al Fondo, che con ogni probabilità sarà tagliata ancora in ottobre quando verranno presi in considerazione gli ultimi dati negativi. L'aggiornamento del World Economic Outlook di luglio stimava una crescita dello 0,3% nel 2014. Invariata invece la previsione per il 2015 (+1,1%).

Bene le riforme di Renzi, ora vanno attuate
Nel rapporto sull'Italia diffuso oggi (il cosiddetto article IV) il Fondo monetario plaude alla «coraggiosa agenda di riforme» presentata dal premier Matteo Renzi in materia di mercato del lavoro, sistema giudiziario e pubblica amministrazione, ma avverte: «Una rigida attuazione è ora essenziale per creare posti di lavoro, aumentare la produttività e far decollare la crescita potenziale da un minimo stimato allo 0,5 per cento». Bene anche la revisione della legge elettorale, perché aiuta l'attuazione delle riforme.

Fondamentale la riforma del lavoro
L'executive board dell'Fmi sottolinea «l'urgenza delle riforme del mercato del lavoro per ridurrre il dualismo e aumentare la flessibilità. In particolare ritiene utili misure che portino a «contratti di lavoro semplificati con protezioni crescenti e un decentramento della contrattazione salariale a livello aziendale». Un contratto unico di assunzione a
tutele crescenti «metterebbe i lavoratori su un piano più equo e darebbe ai datori di lavoro un incentivo a investire nei loro dipendenti», afferma l'istituzione nel rapporto diffuso al
termine della missione di ispezione annuale in Italia. Promosso quindi il progetto appena approvato in Commissione al Senato. «Con il 70% dei nuovi contratti a tempo determinato, ulteriore flessibilità ai margini fa poco per ridurre dualità e spingere investimenti», spiega l'istituzione. Anche il passaggio della delega fiscale viene visto positivamente perché «stabilisce uno schema capace di semplificare e migliorare il sistema fiscale e sarà quindi uno strumento importante per raggiungere un riequilibrio fiscale growth friendly».

Tagli alla spesa: intervenire anche sulle pensioni
La spendig review è uno «strumento importante», ma le analisi suggeriscono che
«ulteriori risparmi saranno difficili senza affrontare l'elevata spesa per le pensioni». La spesa pubblica per le pensioni, afferma il Fondo, è la più alta nell'area euro e rappresenta il 30% del totale della spesa. L'Italia spende sette volte di più per un anziano che per un non anziano». «Le riforme hanno aiutato a invertire il rapido aumento della spesa sanitaria nell'ultimo decennio» ma ci sono spazi per migliorare. «L'analisi regionale sulla spesa
sanitaria mostra inefficienze nei costi, soprattutto al sud».

Deficit intorno al 3% nel 2014
Sui conti pubblici il Fondo prevede un deficit di bilancio «intorno al 3%» quest'anno, ma al netto del ciclo economico il disavanzo strutturale si fermerà allo 0,8 per cento. Il debito pubblico toccherà un picco del 136% nel 2014 ma successivamente è previsto in discesa.
«Un ulteriore aggiustamento rispetto ai piani delle autorità (fino allo 0,5% del Pil a
seconda della forza della ripresa) aiuterebbe a raggiungere un piccolo surplus strutturale nel 2015», afferma l'Fmi. Lo 0,5% del Pil equivale a una correzione di circa 7,5-8 miliardi.

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