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Questo articolo è stato pubblicato il 20 settembre 2014 alle ore 13:01.

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Bruxelles prende tempo con Gazprom. In attesa di disinnescare una potenziale crisi del gas il prossimo inverno, la Commissione europea ha scelto di congelare l'indagine antitrust avviata due anni fa contro il colosso energetico russo. L'ha dichiarato il commissario uscente alla Concorrenza, Joaquin Almunia: «Il lavoro in parte è stato fatto, ma abbiamo sospeso per via della crisi in Ucraina. L'indagine però non si fermerà». È ovvio comunque che a questo punto la palla passa al successore di Almunia, la danese Margrethe Vestager, che si insedierà a novembre.

Anche un'altra questione spinosa è stata temporaneamente rimossa: nei giorni scorsi l'esecutivo Ue ha rinviato per l'ennesima volta la decisione sul gasdotto Opal, importante raccordo tra il Nord Stream e i mercati centroeuropei, che Gazprom vorrebbe continuare ad utilizzare in deroga al Terzo pacchetto energia, che vieta ai produttori di gas, salvo esenzioni concesse ad hoc, di controllare anche la rete di trasporto.

La cautela nei confronti dei russi potrebbe essere già stata premiata: Mosca ha finalmente accettato di fissare un appuntamento – il 26 settembre a Berlino – per riprendere le trattative sul gas con Ucraina e Ue. L'ultimo incontro trilaterale per cercare una soluzione, almeno temporanea, alle dispute commerciali con Kiev risaliva a giugno: il fallimento dei negoziati aveva indotto Gazprom a tagliare le forniture all'Ucraina.

Ormai l'inverno è alle porte e il tempo stringe, anche se gli stoccaggi europei sono già pieni per oltre il 90% e la rete dei gasdotti è migliorata rispetto alle crisi del 2006 e del 2009. Un risultato dovuto in parte anche all'entrata in funzione del Nord Stream, che trasporta il gas russo verso la Germania, bypassando l'Ucraina. Di qui la centralità di Opal, che da Nord Stream arriva fino alla Repubblica ceca. La società che lo possiede, una joint venture paritaria tra Gazprome la tedesca Wintershall, vorrebbe riservarsi fino al 2031 metà dei 36 miliardi di metri cubi (Mmc) l'anno di capacità disponibile ed eventualmente arrivare in futuro a riempirlo totalmente, partecipando alle aste per la capacità residua. Del resto non c'è molta concorrenza: i tubi di Opal (come del resto quelli di Nord Stream) sono sempre stati semivuoti.

La situazione potrebbe giocoforza cambiare, con l'Ucraina ai ferri corti con la Russia e con le ambizioni esibite da Gazprom. Il ceoAlexei Miller ha dichiarato di voler continuare ad accrescere la quota di mercato in Europa, nonostante gli accordi conclusi di recente con la Cina. Finora i clienti Ue gli hanno dato soddisfazione: «Dal 2010 la quota di gas russo consumata dagli europei è cresciuta dal 23 al 30% – ha ricordato Miller – Ma ancora più notevole è il fatto che il gas di Gazprom nel 2014 costituirà più del 64% del totale delle importazioni europee, un aumento del 17% negli ultimi quattro anni».
Nel 2013 la società russa ha venduto in Europa 161,5 Mmc, un record storico. La perdita dell'Ucraina, suo secondo cliente dopo la Germania, e la crescente concorrenza sul mercato interno russo stanno però iniziando a pesare, non solo sui conti ma anche sulla produzione di Gazprom: Miller prevede che quest'anno sarà di 463 Mmc (a maggio il target era 496,4 Mmc), in calo del 5% rispetto al 2013 e a livelli paragonabili a quelli del 2009, anno di recessione globale. Alcuni analisti pensano che potrebbe andare persino peggio: Gazprom per la prima volta dalla sua nascita, nel 1989, potrebbe andare sotto 450 Mmc.
twitter.com/SissiBellomo

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