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Questo articolo è stato pubblicato il 20 settembre 2014 alle ore 10:46.
L'ultima modifica è del 20 settembre 2014 alle ore 18:09.

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Dal salotto di Porta a porta lo scorso marzo il premier Matteo Renzi aveva scommesso con il conduttore: «Il 21 settembre a San Matteo, ultimo giorno d'estate, se abbiamo sbloccato tutti i debiti della Pubblica amministrazione lei va in pellegrinaggio a piedi da Firenze a Monte Senario». Quel giorno è arrivato: Bruno Vespa può tirare un sospiro di sollievo, gli imprenditori italiani no. Come dimostrano le reazioni di Confartigianato e Cgia, che oggi hanno ricordato al presidente del Consiglio la promessa non mantenuta. Insieme a Renato Brunetta, capogruppo Fi alla Camera, che ha twittato: «Domani è 21 settembre (San Matteo): il Mef aggiornerà il sito? Saranno stati pagati tutti i 68 miliardi di debiti Pa promessi da Matteo Renzi?».

Confartigianato: mancano all'appello oltre 20 miliardi
«La tappa del 21 settembre ci vede ancora distanti dal traguardo», nota il presidente di Confartigianato, Giorgio Merletti, secondo cui all'appello mancano 21,4 miliardi di euro perché al 21 luglio sono stati pagati alle aziende 26,1 miliardi, pari al 55% dei 47,5 miliardi stanziati con il Dl Sblocca-Italia e con la legge di stabilità 2014. Merletti riconosce gli sforzi compiuti negli ultimi due anni, «che hanno portato a un calo del 15,4% dei debiti commerciali dello Stato». Ma ricorda che «l'Italia rimane il Paese europeo con la più alta quota di debiti commerciali della Pa, pari al 3,3% del Pil.

Cgia: 35 miliardi la cifra di debito reale
«La promessa del premier non è stata mantenuta», gli fa eco Giuseppe Bertolussi, presidente della Cgia di Mestre: «Lo Stato italiano rimane il peggior pagatore d'Europa». Per la confederazione, in tutto, i fondi resi disponibili nel biennio 2013-2014 ammontano a 56,8 miliardi, ma alle aziende sono stati pagati soltanto 26,1 miliardi, più gli altri 5-6 miliardi che secondo il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, sarebbero stati versati dopo il 21 luglio. Insomma: restano da saldare altri 24-25 miliardi. Ma la cifra, avverte la Cgia, è sottostimata. Se dallo stock dimensionato dalla Banca d'Italia (75 miliardi di debiti commerciali totali della Pa) si tolgono 8,4 miliardi di euro che sono stati ceduti a intermediari finanziari con la clausola del pro soluto, lo stock di debito nei confronti delle imprese ammonterebbe a poco più di 66,5 miliardi di euro. «Considerando circa 31-32 miliardi pagati - conclude Bortolussi - per azzerare complessivamente il debito accumulato con le aziende, la Pa deve pagare, in linea di massima, ancora 35 miliardi di euro». Una cifra imponente che potrebbe aumentare ancora per il perdurare dei ritardi con cui la nostra Pa continua a pagare i fornitori.

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