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Questo articolo è stato pubblicato il 22 settembre 2014 alle ore 13:25.

Il nuovo sistema europeo dei conti nazionali (Sec 2010) ha permesso all'Istat di rivedere il livello del Pil nominale per l'anno 2013 al rialzo del 3,8 per cento: in sostanza, il livello del prodotto è salito di 58,880 miliardi di euro. Ma le revisioni dei tassi di variazione del prodotto negli anni recenti invece sono state molto contenute: in pratica, non è cambiato il profilo dell'anno che abbiamo alle spalle che sarà l'oggetto di una nuova notifica a Eurostat il 30 settembre e sarà anche la base dei nuovi scenari della politica di bilancio che il Mef deve confezionare entro il 15 ottobre per inviarli a Bruxelles.

Il prodotto interno lordo è sceso in volume dell'1,9 per cento nel 2013, che è stato un anno di forte recessione, proprio come era stato stimato nel marzo del 2014. Il miglioramento, invece, lo possiamo rintracciare (molto lieve, pari allo 0,2 per cento, pari in valore assoluto a 2 miliardi di euro) nell'indebitamento netto, che in rapporto al Pil è risultato pari a -2,8% ( a marzo era -3 per cento). L'altro aspetto positivo nella "narrazione" dell'economia italiana riguarda la pressione fiscale, che nel ridisegno dell'ultimo triennio scende rispettivamente di 0,9, 0,8 e 0,5 punti percentuali rispetto a quella stimata in precedenza e risulta ora attestata al 43,3 per cento.

Ultimo, ma non certo il minore, è il miglioramento ottenuto sul versante del debito pubblico, che come si sa è lo storico tallone d'Achille della finanza pubblica del nostro paese: il nuovo rapporto del 2013 calcolato con il Sec 2010 dalla Banca d'Italia ci dice che uno stock del debito pubblico pari, nel 2013 a 2.070,165 miliardi di euro, ammonta ora, per effetto della rivalutazione del livello del Pil al 127,9 per cento del prodotto interno lordo e non più al 132,6 per cento.

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