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Questo articolo è stato pubblicato il 22 settembre 2014 alle ore 06:36.
Non è questo, però, a poter giustificare la confusione di un tributo che pare ormai fuori controllo. I conti di Assosoftware confermano, inoltre, che le detrazioni hanno una presenza piuttosto limitata nel campo della Tasi. L'Imu, che esclude la quasi totalità delle abitazioni principali (pagano solo quelle considerate «di lusso» dal Fisco), conta in Italia più di 28mila detrazioni diverse, mentre la Tasi non arriva a 10mila. La rassegna delle delibere mostra, del resto, che solo nel 29% dei Comuni il tributo sull'abitazione principale è alleggerito da detrazioni (i calcoli sono del Caf Acli). Limitati nel numero, gli sconti Tasi non conoscono però confini nella fantasia di applicazione: possono essere graduati o riservati in base al reddito del proprietario, al suo «riccometro» (cioè l'indicatore Isee), all'età, alla presenza di figli, di famigliari disabili, oppure alle caratteristiche della casa. Risultato: le 28mila detrazioni Imu ricadono tutte in 13 grandi tipologie, mentre le famiglie degli sconti Tasi sono incalcolabili perché la stessa ItWorking, dopo aver catalogato 186 variabili, si è dovuta arrendere.
Le complicazioni, infine, non abbandonano nemmeno i contribuenti dei quasi 700 Comuni in cui la delibera non è ancora stata approvata. In quel caso, infatti, la Tasi andrà pagata tutta a dicembre, con l'aliquota standard dell'1 per mille. Per le abitazioni principali questo significa che non ci sono detrazioni, e che quindi tutti (anche chi non ha mai pagato né Imu né Ici) dovranno versare qualcosa. Sugli altri immobili, invece, il dato andrà incrociato con le aliquote Imu, perché la somma delle due gambe della Iuc non può superare il 10,6 per mille. Dove l'Imu è già al massimo, la Tasi non sarà dovuta. Dove è al 10 per mille si pagherà lo 0,6 per mille, e così via. Anche questo aiuta a capire come mai l'invio dei bollettini pre-compilati, promesso dalla legge, è rimasto nell'ampia maggioranza dei casi una pia illusione.
gianni.trovati@ilsole24ore.com
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CHI HA PAGATO L'ACCONTO
16 giugno
CHI DEVE PAGARE
16 ottobre
CHI PAGHERÀ DOPO
16 dicembre
I più «rapidi»
Hanno versato l'acconto i contribuenti di un primo gruppo di Comuni che già avevano fissato le aliquote a giugno. Alcuni hanno poi ritoccato le delibere, correggendo decisioni assunte prima: i conguagli con le regole definitive si faranno a saldo entro il 16 dicembre.
Chi non ha pagato l'acconto
Sono 5.227 le città che hanno deliberato entro il 10 settembre, in cui non si era già pagato l'acconto a giugno (o nelle diverse scadenze stabilite a livello locale): i sindaci di questi Comuni chiederanno di versare l'acconto della Tasi entro il prossimo 16 ottobre.
I «ritardatari»
Nei circa 700 Comuni ancora senza delibera la Tasi si pagherà in soluzione unica entro il 16 dicembre, con l'aliquota standard dell'1 per mille. Per le abitazioni principali, questo significa assenza di detrazioni. Per tutti gli altri la somma tra Tasi e Imu non potrà superare il 10,6 per mille.