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Questo articolo è stato pubblicato il 22 settembre 2014 alle ore 15:15.
L'ultima modifica è del 22 settembre 2014 alle ore 19:39.

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(Reuters)(Reuters)

«La ripresa nella zona euro sta perdendo impulso, la crescita del Pil si è fermata nel secondo trimestre, le informazioni sulle condizioni economiche ricevute durante l'estate sono state più deboli del previsto e i rischi sono chiaramente al ribasso»: lo ha detto il presidente della Bce Mario Draghi nel corso di un'audizione davanti alla Commissione affari economici del Parlamento europeo, nella quale ha annunciato inoltre che l'inflazione resterà bassa nei prossimi mesi e aumenterà solo gradualmente nel 2015 e nel 2016. La Bce, ha detto Draghi, è sempre «pronta a usare strumenti aggiuntivi non convenzionali». Le parole del presidente sono state interpretate dal mercato come un messaggio da «colomba», che lascia aperta la porta a ulteriori manovre espansive a cominciare da un quantitative easing (acquisto massiccio di titoli di Stato).

La prima Tltro «in linea con le attese»
L'intervento di Draghi segue di pochi giorni la prima asta Bce sui finanziamenti Tltro, che ha avuto un esito ben al di sotto delle attese della vigilia. Draghi tuttavia ha detto che la «partecipazione delle banche al nuovo programma Tltro è in linea con i valori attesi» dall'Eurotower. «Se è troppo presto per valutare l'impatto delle Tltro sull'economia, si può già dire che il loro annuncio ha avuto un effetto notevolmente positivo sul sentiment dei mercati finanziari». La richiesta di rifinanziamento da destinare a imprese e famiglie, proveniente da 255 banche europee, si è fermata a quota 82,6 miliardi di euro. Gli istituti italiani hanno ottenuto oltre 23 miliardi.

Nuovo appello per le riforme economiche
Il presidente della Bce è intervenuto anche sul tema delle riforme economiche, come aveva già fatto nelle ultime uscite: «I rischi di riforme strutturali insufficienti - ha avvertito - possono pesare sull'ambiente per gli investimenti». Da tempo Draghi sostiene che per rilanciare la crescita nell'Eurozona serve un mix di riforme, politiche monetarie espansive e politiche di bilancio meno restrittive, pur restando all'interno delle regole Ue. «La crisi - ha chiarito - può essere superata solo con un pieno ritorno della fiducia nell'economia reale», con il ritorno della «capacità delle imprese di rischiare, investire e assumere» rafforzando in questo modo «la credibilità del quadro dei conti pubblici».

Messaggio indiretto alla Germania
Rispondendo alla domanda di una europarlamentare che gli ha chiesto se la Germania dovesse fare più sforzi per sostenere la domanda interna e dell'Eurozona usando i margini del suo bilancio pubblico, Draghi ha risposto così: i Paesi «che hanno spazio di bilancio devono seguire le raccomandazioni europee che hanno loro stessi sottoscritto al Consiglio europeo». Da tempo la Commissione chiede a Berlino di ridurre il suo ampio surplus nei conti con l'estero dando impulso alla domanda interna. «Nel Patto di stabilità ci sono
margini di flessibilità per tutti - ha proseguito - Chi non ha margini di bilancio può ridistribuire le priorità orientandole alla crescita, cioè dando priorità a investimenti, abbassando le tasse e pensando di ridurre la spesa improduttiva».

Risparmi usati solo per finanziare la spesa
Draghi ha poi parlato dei risparmi sul costo del debito resi possibili dalle misure Bce.«Che fine hanno fatto gli immensi risparmi che i Paesi dell'area euro hanno potuto avere grazie alle misure prese dalla Bce?». È la domanda retorica lanciata dal presidente Mario Draghi. «Molto danaro è stato risparmiato» sul rifinanziamento dei debiti pubblici nazionali. «In alcuni Paesi è stato impegnato su buoni fini, che negli anni daranno i loro frutti», ha affermato. «In altri è stato semplicemente usato per finanziare spesa pubblica».

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