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Questo articolo è stato pubblicato il 22 settembre 2014 alle ore 17:54.
L'ultima modifica è del 23 settembre 2014 alle ore 14:31.

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In Erasmus si parte per apprendere le lingue, imparare ad adattarsi, maturare un'esperienza di vita. Gli studenti Erasmus sono i più occupati a lungo periodo, hanno maggiori capacità di problem solving, sono più curiosi, hanno sviluppato maggiori capacità di adattamento rispetto a giovani che non hanno mai fatto un'esperienza di formazione all'estero. Queste alcune delle considerazioni di uno studio della Commissione Europea sull'impatto dell'Erasmus ai fini lavorativi: i giovani in movimento hanno un tasso di disoccupazione del 23 %, circa la metà dei loro coetanei che non hanno messo mai piede fuori dal proprio paese per formarsi.

«Il messaggio è chiaro: chi studia o si forma all'estero migliora le proprie prospettive lavorative» commenta la Commissaria per l'Istruzione Androulla Vassilliou presentando lo studio.

Il 92% dei datori di lavoro ricerca, nei futuri dipendenti, proprio queste competenze trasversali che il programma di studio all'estero è in grado di potenziare. Mentre il 64% di chi è a capo delle risorse umane ritiene importante l'esperienza internazionale ai fini delle assunzioni e in genere attribuisce maggiori responsabilità professionali ai laureati con esperienza internazionale velocizzando quindi i normali tempi di avanzamento di carriera. Si può beneficiare di un finanziamento Erasmus a fini di studio ma anche per svolgere un tirocinio: un tirocinante su tre alla fine del periodo di stage riceve un'offerta lavorativa dall'azienda ospitante. Nel periodo trascorso all'estero i giovani tendono a sviluppare anche capacità imprenditoriali e circa uno su dieci ha avviato poi una sua azienda e tre su quattro prevedono o non escludono di farlo.

Ma l'Erasmus non influisce solo sugli studi e le opportunità lavorative, anche le relazioni sociali e sentimentali si aprono a nuovi orizzonti : il 33% degli studenti in movimento ha una relazione stabile con un partner di altra nazionalità , il 27% ha incontrato la propria dolce metà durante l'esperienza in un altro paese. Dal 1987 in poi, secondo i dati, sono nati circa un milione di bambini figli di coppie Erasmus.

Anche i trasferimenti e i cambi di residenza in altri paesi sono più frequenti nei ragazzi Erasmus: circa il 40% si è trasferito all'estero dopo la laurea e il 93% immagina un futuro in un Paese diverso dal proprio. Pur continuamente a rischio di tagli, la Commissione prevede nei prossimi anni, tra il 2014 e il 2020, che circa quattro milioni di persone, tra cui due milioni di studenti e 300mila docenti, partiranno per un'esperienza estera usufruendo del nuovo piano Erasmus plus. Gli scambi tra professori e studenti con paesi non Ue raggiungono la cifra di 135mila.

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