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Questo articolo è stato pubblicato il 22 settembre 2014 alle ore 14:23.
L'ultima modifica è del 22 settembre 2014 alle ore 18:36.

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«In Spagna e Portogallo è in corso un ampio processo di ristrutturazione per migliorare il funzionamento dei mercati e aumentare la produttività, in Grecia questo processo è stato rinviato, in l'Italia, anche se il paese «ha compiuto progressi in molti indicatori per il contesto in cui opera l'impresa e comincia a vedere alcuni risultati positivi tangibili», «non appare ancora essere in atto».

È questa una delle conclusioni cui arriva un rapporto fresco di stampa della Commissione europea sull'attuazione di alcune riforme strutturali in Italia, Spagna, Grecia e Portogallo, il club Med dell'eurozona, ovvero due paesi «vulnerabili» e due «sotto programma di aiuti».
In sintesi i primi segni di miglioramento sono chiari in Spagna e Portogallo mentre sia la Grecia che l'Italia sembrano restare indietro nel processo di modernizzazione e aumento della competitività, frenate da resistenze interne e dalla mancanza di una chiara percezione sociale della sua classe politica del grave ritardo da recuperare rispetto agli altri partner europei.

L'indice della produttività
Sia il Portogallo che la Spagna hanno messo a segno un incremento annuo della produttività del lavoro, pari rispettivamente a 1,9% e 2,6%. Al contrario l'Italia non ha beneficiato della congiuntura negativa per ristrutturare e ha mantenuto stagnante la produttività del lavoro, come osservato nel periodo prima della crisi, nonostante una riduzione delle ore lavorate (che è infatti inferiore a quello degli altri paesi). La Grecia, infine, mostra un impressionante declino congiunto sia della produttività del lavoro sia dell'occupazione, rispettivamente del 2% e il 3,3%. Ma Atene ha dovuto affrontare una crisi che ha ridotto del 25% il suo Pil dal 2008.

I ritardi nei pagamenti della P.A.
L'Italia non ha brillato nemmeno nel ridurre i ritardi di pagamento da parte delle amministrazioni pubbliche alle imprese private che rimangono molto elevati, anche se hanno migliorato leggermente la durata media dei pagamenti passata da 190 giorni nel 2012 a 180 giorni nel 2013. Troppo poco però per poter parlare di una vera svolta, un elemento che colpisce duro le finanze delle Pmi a corto di liquidità perché normalmente poco capitalizzate. In Portogallo, invece, ad esempio, le autorità sanitarie del settore pubblico hanno ridotto la quantità di tempo che impiegano a pagare le fatture da 196 giorni nel 2012 per 126 giorni nel 2013. Molto meglio dell'Italia.

Le procedure fallimentari
Anche nel settore dei tempi delle procedure fallimentari la Spagna ha fatto meglio degli altri quattro partner. La durata della procedura di insolvenza spagnola è stata notevolmente ridotta da una media di oltre 2,5 anni a un solo anno grazie all'introduzione di procedure semplificate che hanno aiutato sia le banche a limitare il deterioramento dei loro portafogli di crediti sia gli imprenditori ad andare avanti nella loro attività. E si tratta di riforme che non costano un euro in più alle casse dell'Erario.

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