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Questo articolo è stato pubblicato il 24 settembre 2014 alle ore 08:57.

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Per capire che Kyoto non è solo tradizione, ma anche modernità, basta guardare il biglietto da visita del sindaco Daisaku Kadokawa. E' un signore serissimo che va quasi sempre in giro in kimono, popolare e stimato al punto che il premier indiano Modi gli ha telefonato personalmente sul cellulare per esprimergli il desiderio di visitare Kyoto all'inizio della sua recente visita ufficiale in Giappone (per la costernazione dei burocrati del Ministero degli esteri). Ma sul biglietto da visita, oltre al nome, non c'è – come spesso accade per i politici giapponesi, una foto, bensì una sua immagine stilizzata come fosse un personaggio di manga.

Sulla cultura di manga e anime l'ex capitale imperiale vanta alcune primogeniture ed è fiera di ospitare (dal 2012) la maggiore manifestazione del settore (dopo Tokyo): la Kyoto International Manga Anime Fair, che ha visto decine di migliaia di giovani attendere ore e ore per l'ingresso negli stand della Miyako Messe. Il sindaco ha presenziato alla cerimonia di inaugurazione e alla parata di «manga characters» che si è tenuta di fronte al santuario shintoista Heian, dove è stato innalzato un gigantesco manga-robot di quasi 10 metri.

Se Kyoto ha l'orgoglio delle sue tradizioni millenarie, ha detto Kadokawa, la città vuole anche porsi come promotrice e crocevia di moderne forme culturali: non a caso è a Kyoto che una università (Seika) ha aperto la prima Facoltà di Manga ed è sorto nel 2006 un Museo Internazionale dei Manga che è al tempo stesso una attrazione turistica, un centro culturale e un dipartimento di studi accademici. Del resto, anche queste espressioni del «Cool Japan» moderno con vasto appeal internazionale sembrano essere nate a Kyoto: al tempio Kozan-ji c'è quello che viene considerato il manga più antico, «Choju Jinbutsu Giga» (XII secolo), con disegni stilizzati di animali che racconta storie, forse con intenti satirici.

«Un problema è che le case editrici e gli studi di animazione sono concentrati a Tokyo – afferma Dai Kusaki, capo dell'Ufficio comunale per la promozione di nuove industrie -. Per questo abbiamo promosso la loro presenza alla fiera». Una seccatura è stata la coincidenza della manifestazione con il Tokyo Game Show. «Gli spazi fieristici vanno prenotati almeno due anni prima e non abbiamo potuto modificare il calendario», sospira Kusaki. Ma l'inconveniente per i visitatori giapponesi si trasforma in un vantaggio per i turisti esteri amanti del settore, che in un solo weekend sono stati in grado di partecipare a entrambi gli appuntamenti imprendibili per gli appassionati

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