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Questo articolo è stato pubblicato il 23 settembre 2014 alle ore 17:07.
L'ultima modifica è del 23 settembre 2014 alle ore 20:24.

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Dopo mesi di scontri con l'opposizione in Parlamento e all'interno del suo stesso partito il premier spagnolo Mariano Rajoy ha annunciato ieri che la controversa riforma dell'aborto verrà ritirata «per mancanza di consenso sociale». Sul progetto di legge di protezione del concepito e dei diritti delle donne in gravidanza - un capisaldo ideologico dei conservatori saliti al governo dopo lo Zapaterismo socialista - era stato approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 20 dicembre.

Rajoy ha comunque confermato che il suo governo modificherà l'attuale normativa, in vigore dal 2010, per introdurre l'obbligo del consenso dei genitori per le ragazze minori di 16 anni che decidano di abortire. «Prima della fine dell'anno verrà definito un piano di Protezione della famiglia», ha assicurato il leader popolare.

Il ministro della Giustizia, l'ultraconservatore Alberto Ruiz-Gallardon, a cui era stato affidato l'incarico di preparare la proposta di legge, ha annunciato le dimissioni da tutti gli incarichi nel partito popolare e la rinuncia al seggio, aprendo così una crisi di governo.

La riforma della legge sull'aborto era stata attaccata con fermezza da tutta l'opposizione e aveva ricevuto aspre critiche anche da una parte del partito popolare che lo considerava un ostacolo alla conquista del consenso nel Paese, in vista del prossimo anno elettorale. Il testo messo a punto da Gallardon di fatto riportava indietro di tre decadi la normativa sull'interruzione di gravidanza spagnola: aboliva il diritto della donna di decidere se abortire nelle prime 14 settimane dal concepimento o fino a 22 settimane in
caso di malformazione del feto. E reintroduceva, ma in maniera più restrittiva, un elenco di fattispecie nelle quali l'aborto veniva depenalizzato.

Lo stesso Rajoy - seguendo la linea più conservatrice del partito popolare e con il pieno appoggio della Chiesa cattolica iberica - aveva promesso di ritornare alla legge spagnola del 1985, che permetteva alle donne di interrompere la gravidanza solo in caso di stupro, malformazione del feto o gravi rischi fisici o psicologici della madre.

Il punto più discusso del progetto di legge riguardava la soppressione del diritto di aborto in caso di malformazione del feto. La proposta di Gallardon pur non eliminando la possibilità di abortire costringeva la donna a giustificare l'interruzione di gravidanza con motivazioni diverse dalla malformazione del feto (come il danno psicologico che avrebbe sofferto la donna stessa) e imponeva un procedimento burocratico lungo e complicato per permettere l'aborto.

«Credo di aver preso la decisione più giusta», ha detto Rajoy annunciando il ritiro della riforma dell'aborto e ha aggiunto che l'unica modifica della legge attuale riguarderà le ragazze con meno di 16 anni: il governo introdurrà l'obbligo di ottenere il consenso da parte dei genitori mentre oggi è sufficiente (e non in tutti i casi) che i genitori siano stati informati.

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