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Questo articolo è stato pubblicato il 25 settembre 2014 alle ore 11:55.
L'ultima modifica è del 26 settembre 2014 alle ore 12:47.

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Il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble (Ansa)Il ministro delle Finanze tedesco, Wolfgang Schaeuble (Ansa)

Il Governo tedesco è contrario al piano di acquisto di titoli cartolarizzati proposto dalla Bce. La «bordata» all'indirizzo di Mario Draghi è partita da una figura di spicco dell'establishment tedesco, il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble: «Non sono particolarmente contento dell'acquisto dei titoli cartolarizzati da parte della Bce», ha detto Schaeuble durante un intervento al Bundestag, perché potrebbe generare conflitti di interessi tra le attività della istituzione, che da novembre assumerà anche il ruolo di autorità di vigilanza centrale sulle banche europee. Secondo Schaeuble bisogna agire «con prudenza» anche «per evitare conflitti di interesse o parvenze di conflitti di interesse» tra politica monetaria e vigilanza, che devono essere «rigorosamente separate»all'interno della Bce.

Giovedì il nuovo piano Abs
La presa di posizione, la prima di una figura di primo piano vicina ad Angela Merkel, arriva a pochi giorni dall'attesa conferenza stampa di Draghi, che giovedì prossimo al termine della riunione del board a Napoli annuncerà i dettagli del piano di acquisti di Abs. L'ipotesi è di acquistare già da ottobre titoli cartolarizzati emessi da veicoli finanziari delle banche garantiti da mutui o da prestiti alle imprese. L'obiettivo è di liberare in questo modo i bilanci bancari per rilanciare il credito con una cifra stimata in 350 miliardi di nuovi acquisti. In tutto, tra prestiti quadriennali a tasso quasi zero (le Tltro appena partite in sordina con la prima asta da 82 miliardi) e acquisti di Abs, la Bce conta di aumentare il suo bilancio da 2mila a 3mila miliardi di euro. Una missione non facile senza un massiccio piano di acquisti di titoli di Stato sul mercato.

Il bersaglio è il «Qe»
Il vero bersaglio di Schaeuble in realtà potrebbe essere proprio il quantitative easing, che la Bce potrebbe lanciare nei prossimi mesi se la minaccia di deflazione dovesse materializzarsi. Sia il presidente della Bundesbank Jens Weidmann che il governo tedesco non hanno mai nascosto di essere contrati a un progetto chea loro avviso configura un finanziamento dei bilanci nazionali e dunque vìola il mandato della Bce. Draghi invece non ha mai escluso la possibilità del ricorso al «Qe» se la situazione lo dovesse richiedere. All'ultima riunione del board, quando la Bce ha tagliato il costo del denaro allo 0,05% e preannunciato il piano di acquisto di Abs, Weidmann ha votato contro.

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