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Questo articolo è stato pubblicato il 25 settembre 2014 alle ore 19:43.
L'ultima modifica è del 25 settembre 2014 alle ore 20:38.

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«L'operazione Mare Nostrum ha salvato 80mila persone, strappate al Mediterraneo come cimitero, un'operazione che rivendichiamo ma che non può essere lasciata ad una singola forza». A New York, parlando in italiano davanti i delegati della 69ma Assemblea plenaria dell'Onu, il premier Matteo Renzi ha rivendicato il ruolo dell'Italia nei soccorsi dei profughi e dei migranti, ma ha anche sollecitato l'aiuto degli altri paesi: «Non possiamo gestire un fenomeno globale solo a livello nazionale», c'è bisogno dell'impegno di tutti. Poi il premier ha lanciato un appello per la Libia: «Non possiamo sottovalutare questo focolaio nel cuore del Mediterraneo, che rischia di segnare il punto di non ritorno nel crinale di violenza e instabilità della regione».

Emergenza libica priorità di tutti
«L'Italia continuerà a fare la propria parte» nei confronti della Libia, ha assicurato Renzi, ma «c'è bisogno di testimoniare che il rischio di una progressiva frammentazione» del Paese, e le conseguenze che ne scaturirebbero per l'intero Nord Africa «sarebbero esiziali per la regione». Per questo «La situazione in Libia deve essere una priorità per tutti».

Isis minaccia per tutti, l'Italia farà la sua parte
Al centro dell'intervento del premier anche la minaccia dell'Isis, per il medioriente ma soprattutto «per l'intera comunità di donne e uomini che si vogliono definire umani». «Non siamo di fronte all'espressione di una religione», ha spiegato Renzi, e los contro in atto «non è minimamente riconducibile a un conflitto di religione». Nessun «puùò restare inerte», e l'Italia, offrirà il suo «sostegno determinato e si spera determinante» per sconfiggere l'Isis.

Una patria per i palestinesi, Israele ha il diritto e il dovere di esistere
«Non ci stancheremo mai di chiedere pace» per il Medio Oriente, ha aggiunto Renzi toccando un altro tema caldo dei rapporti internazionali, ma «il popolo palestinese ha il diritto di avere finalmente una patria, Israele ha non solo il diritto ma il dovere di esistere». Renzi ha avvertito che «tutta la comunità internazionale» deve sostenere un processo verso la pace in questi termini, «anche chi in passato ha messo in discussione il diritto di Israele ad esistere».

Tensioni Russia-Ucraina, no a dialettica da guerra fredda
In un discorso tutto incentrato sui focolai di crisi internazionale, Renzi ha citato anche le tensioni tra Ucraina e comunità internazionale e Russia, sottolineando che «Solo attraverso il dialogo possiamo scongiurare di ricadere in dialettiche da guerra fredda». Le tensioni ai confini orientali dell'Unione europea «rischiano di mettere a repentaglio» la conquista della pace in Europa. e la crisi in Ucraina «ci pone di fronte a sfide inaspettate», ha aggiunto il premier auspicando «il superamento delle tensioni con la Federazione russa».

"Futuro" tra i termini ricorrenti dell'intervento
Molti i passaggi in cui Renzi ha sottolineato la sua emozione, e la fiducia nel futuro: «Stiamo vivendo una stagione difficile, ma stiamo vivendo una stagione in cui è necessario dire sì al futuro». «Non ci è data la possibilità di scegliere la cornice del nostro destino», ha spiegato dal palco degli oratori, «Viviamo una stagione di minacce e di problemi. Eppure ciò che possiamo inserirvi è totalmente nostro», ha ricordato il presidente del Consiglio.

Citati Hammarskjold, Machiavelli e La Pira
Molte anche le citazioni, in particolare di Dag Hammarskjold (autorevole diplomatico svedese e due volte segretario generale dell'Onu negli anni 50) , l'ex sindaco di Firenze Giorgio La Pira e Niccolò Machiavelli . «Il vero senso di responsabilità è quello rivolto al futuro», ha dichiarato in apertura il premier, riportando una frase del diplomatico svedese. Machiavelli è stato invece citato a proposito dei conflitti: «Sapere nella guerra conoscere l'occasione e pigliarla, giova piu' che niuna altra cosa». «Lo stesso vale oggi per costruire la pace», ha chiosato Renzi.

Agenda piena per gli ultimi due giorni in Usa
Agenda piena per il premier nel suo penultimo giorno di trasferta negli Usa. In programma, oltre all'intervento all'Assemblea generale dell'Onu e la partecipazione ad un evento contro la pena di morte, anche incontri con l'esponente del Labour party britannico, David Miliband, e con il sindaco di New York, l'italo-americano Bill De Blasio. In serata il programma ufficiale prevede anche un ricevimento al consolato italiano e un incontro con la comunità italiana. Domani, ultimo giorno, visita alla sede di Auburn Hills di Fiat Chrysler Automobiles, nei pressi di Chicago, accompagnato dall'amministratore delegato Sergio Marchionne.

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