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Questo articolo è stato pubblicato il 26 settembre 2014 alle ore 06:38.
CITTÀ DEL VATICANO
Nuova decisione clamorosa del Papa. A due giorni dall'arresto dentro il Vaticano dell'ex nunzio apostolico Wesoloswki, accusato di abusi sessuali nella Repubblica Dominicana (con indagini estese anche in altri paesi) ieri Bergoglio ha disposto la rimozione dalla diocesi di Ciudad del Este in Paraguay di monsignor Rogelio Ricardo Livieres Plano, nominando al suo posto un "amministratore apostolico". Livieres - che non ha presentato le dimissioni e quindi la sua è una vera rimozione - è accusato tra l'altro di malversazione e copertura di abusi sessuali di preti della sua diocesi. Una nota vaticana definisce «gravosa» la decisione della Santa Sede, e «ispirata al bene maggiore dell'unità della Chiesa di Ciudad del Este e alla comunione episcopale in Paraguay», e chiede «al clero e a tutto il popolo di Dio» di «accogliere i provvedimenti della Santa Sede con spirito di obbedienza, docilità e animo disarmato, guidato dalla fede». La nota invita anche la diocesi del Paraguay a «un serio processo di riconciliazione e superamento di qualsiasi faziosità e discordia».
Lo scorso luglio il Papa aveva inviato a Ciudad del Este in visita apostolica il cardinale spagnolo Santos Abril y Castello - arciprete di Santa Maria Maggiore e presidente della Commissione cardinalizia dello Ior, ma soprattutto considerato suo fedelissimo - che aveva vietato al vescovo Lieveres Plano di procedere all'ordinazione di altri sacerdoti. Successivamente era stato rimosso dall'incarico il vicario generale del vescovo, l'argentino padre Carlos Urrutigoity, che era stato accusato di abusi sessuali sui minori negli Stati Uniti in Pennsylvania. Tornato a Roma a fine luglio il cardinale aveva steso un lungo resoconto al papa, dossier sul quale è stata presa la decisione. Lo stesso portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, a fine luglio aveva confermato che nel corso della visita pastorale il cardinale Castello aveva ammonito Livieres Plano, considerato vicino all'Opus Dei, nel procedere a ulteriori ordinazioni sacerdotali. In particolare l'attenzione del cardinale si era posata sulla situazione del vicario generale, padre Carlos Urrutigoity, rimosso dal suo incarico e già accusato di abusi sessuali sui minori in una scuola nella diocesi di Scraton (Pennsylvania) dove aveva risieduto per qualche anno fino al 2008. La diocesi paraguaiana aveva ribattuto che le accuse contro padre Urrutigoity non erano mai state provate. Ma in Usa il vescovo di Scranton, monsignor Joseph C. Barbera, la pensava diversamente, tanto da invitare «chiunque possa avere sospetti, testimonianze o aver subito abusi» da parte del sacerdote a denunciarlo. Nonostante tutto questo il prete argentino, di fede lefebvriana, faceva carriera in Paraguay, divenendo vicario generale della diocesi di Ciudad del Este e lo stesso Livieres Plano lo difendeva accusando l'arcivescovo di Asuncion, Pastor Cuquejo, che aveva chiesto pubblicamente chiarimenti con l'apertura di un'inchiesta su Urrutigoity.
Insomma, una brutta storia (probabilmente arrivata all'orecchio di Bergoglio già all'epoca, quando era a Buenos Aires) che si sommava alle posizioni assunte da Livieres, all'interno della chiesa del Paraguay, riguardo alla candidatura dell'ex vescovo Fernando Lugo, poi diventato presidente del paese dal 2008 al 2012. Ma quello di Livieres non sembra essere una caso isolato: come già rivelato da Bergoglio altri due ex vescovi sono sotto esame canonico per motivi analoghi, uno del Cile e l'altro del Perù.
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