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Questo articolo è stato pubblicato il 26 settembre 2014 alle ore 08:54.
L'ultima modifica è del 26 settembre 2014 alle ore 11:42.

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Il ceo dell'Inter Michael Bolingbroke (Lapresse)Il ceo dell'Inter Michael Bolingbroke (Lapresse)

Il ceo dell'Inter Michael Bolingbroke non avrà vita facile a Ginevra dove incontrerà i giudici contabili della Uefa per illustrare i futuri piani finanziari del club, ma soprattutto per spiegare il disallineamento rispetto alle regole del Fair Play Finanziario. Certo, sarà in buona compagnia (Roma e Liverpool sono messe meglio ma di poco, per non parlare di Psg e City), ma la situazione dell'Inter era sotto osservazione da tempo, ed ora che la squadra è tornata a disputare le Coppe europee è scattato il warning. Una sanzione appare a questo punto probabile (richiamo/ammonizione o una multa, insomma quelle più leggere nel catalogo delle possibili penalizzazioni).

Il club di Erick Thohir si è impegnato molto in questi primi mesi di gestione. In poco meno di un anno si è ridotto il monte ingaggi a 70 milioni, è stato realizzato un piano di rifinanziamento su 5 anni da 250 milioni ed è stato accresciuto il livello dei ricavi sul fronte sponsorizzazioni. Tutto questo senza aver avuto la possibilità lo scorso anno di contare sugli introiti delle competizioni internazionali. La Uefa non potrà non tener conto di queste “attenuanti”. Tuttavia, al di là dei buoni programmi avviati, i giudici della Uefa guarderanno ai numeri e ai parametri fissati dalle norme sul fair play finanziario per emettere il proprio verdetto (atteso per la primavera del prossimo anno dopo un periodo di monitoraggio di qualche mese). E quelli per ora non depongono a favore della causa nerazzurra.

Ieri, il consiglio di amministrazione ha esaminato il bilancio al 30 giugno 2014. Non sono state rese note le cifre del disavanzo, ma si parla di perdite di poco inferiori ai 90 milioni. E nonostante i risparmi e le nuove strategie commerciali per la prossima stagione si prospetta un ulteriore passivo intorno ai 50 milioni.

Il periodo di osservazione della Uefa per chi partecipa alle gare europee quest'anno sarà il triennio 2011/12, 2012/13 e 2013/14. In questo arco temporale è ammessa una perdita massima di 45 milioni di euro. L'Inter ha chiuso questi tre bilanci con una perdita complessiva che si avvicina ai 250 milioni di euro (-77 milioni nel 2012, -79,8 nel 2013 e -88 nell'ultima stagione). Questa cifra potrà essere corretta (eliminando per esempio i costi degli ingaggi per contratti anteriori al 1° giugno 2010), ma resta notevolmente superiore al rosso consentito. Soprattutto peserà il trend di peggioramento dei conti, nonostante i risparmi. I costi operativi del club sono scasi tra il 2011 e il 2013 da 354 a 276 milioni e gli ingaggi del personale tesserato da 184 a 121 milioni (il ds Ausilio ha dichiarato peraltro che in questa stagione si è scesi a quota 70 milioni). A fronte di questi tagli però i ricavi sono piombati nello stesso periodo da 268 a 201 milioni (incluse le plusvalenze). Ora sarà questa la sfida per Thohir (che ieri ha incontrato Barbara Berlusconi e Galliani per discutere di stadio e chance di sviluppo del business in vista di Expo 2015): incrementare i ricavi del club e tornare stabilmente competitivi a livello internazionale. Due sfide che “bisognerà” vincere. Anche perchè c'è un piano di rifinanziamento quinquennale da onorare con interessi annuali che possono oscillare tra i 10 e i 15 milioni.

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