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Questo articolo è stato pubblicato il 26 settembre 2014 alle ore 15:30.
L'ultima modifica è del 26 settembre 2014 alle ore 15:59.

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Viktor Orban (Epa)Viktor Orban (Epa)

L’Ungheria ha interrotto il flusso di gas verso l’Ucraina dopo che ieri il governo di Viktor Orban ha raggiunto un nuovo accordo con il colosso russo Gazprom. La compagnia ungherese Fgsz ha bloccato le forniture all’Ucraina, che avvenivano attraverso il cosiddetto reverse flow di gas russo, motivando la decisione con la necessità di aumentare le proprie riserve. La fornitura di gas all’Ucraina è interrotta «per un tempo indeterminato, a partire da giovedì alle 18», ha spiegato la Fgsz in un comunicato.

L’Ucraina aveva cominciato a ricevere gas dall’Ungheria - oltre che dalla Polonia e dalla Slovacchia - dopo che Mosca ha deciso di tagliare i rifornimenti a Kiev. Ieri tuttavia la compagnia ungherese ha spiegato di aver dovuto bloccare il flusso per rispondere a un aumento della domanda interna di gas in vista dell’inverno nel Paese magiaro. E ha inoltre affermato di avere la necessità di effettuare lavori di manutenzione nella stazione di transito del gas di Beregdaroc, alla frontiera tra Ungheria e Ucraina, in vista dell’accresciuto arrivo di gas in Ungheria.

«Noi riempiamo i nostri depositi a un buon ritmo. Raggiungeremo presto il 60 per cento della capacità di stoccaggio e accelereremo», ha spiegato oggi il primo ministro Orban parlando alla radio pubblica Kossuth. Lo stesso Orban giovedì a Budapset aveva incontrato il numero uno del gigante del gas russo Alexei Miller. «L’Ungheria si è assicurata un forte incremento nei volumi di gas importati dalla russa Gazprom, al fine di permettere aumentare i nostri stock», ha detto ancora Orban che ha così compiuto un altro passo verso la Russia di Vladimir Putin.

L’Ungheria dipende dalla Russia per l’80% del fabbisogno di gas. E con Putin il governo magiaro ha firmato un accordo da 10 miliardi di euro per la costruzione di due nuovi reattori nucleari nella centrale di Paksi, a sud di Budapest. Anche per questo motivo Orban è sempre stato contrario a sanzioni europee troppo dure nei confronti della Russia sostenendo la necessità di mantenere sempre aperto il dialogo con Mosca.

Da Kiev sono giunte già ieri notte le dichiarazioni di «profondo rammarico» da parte del gruppo energetico ucraino Naftogaz per la decisione «inattesa e inspiegata dell’operatore ungherese». Naftogaz ha fatto appello a Fgsz «perché rispetti i suoi impegni contrattuali e la legislazione dell’Unione europea», ristabilendo il flusso tra Ungheria e Ucraina nelle due direzioni. Secondo il gruppo ucraino, la decisione magiara «va contro i principi fondamentali del mercato unico dell’energia della Ue».

La Russia ha fermato a giugno le sue forniture all’Ucraina, che rifiuta di aderire alla nuova formula di prezzo proposta da Mosca, la quale rivendica anche 5,3 miliardi di dollari di arretrati. Da parte russa, il ministro dell’Energia, Alexander Novak, ha affermato che i Paesi Ue sono vincolati contrattualmente a non riesportare il gas acquistato dalla Russia e ha minacciato di interrompere le forniture se questo impegno non verrà rispettato.

Oggi a Berlino è in corso un vertice a tre che coinvolge Unione europea, Russia ed Ucraina con l’obiettivo di trovare una «soluzione temporanea» con Mosca sul taglio dei rifornimenti all’Ucraina.

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