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Questo articolo è stato pubblicato il 27 settembre 2014 alle ore 18:56.
L'ultima modifica è del 27 settembre 2014 alle ore 18:58.

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Il Canton Ticino vota sulla partecipazione a Expo 2015 Milano. In questo fine settimana gli elettori del cantone elvetico di lingua italiana sono chiamati a pronunciarsi su uno stanziamento di 3,5 milioni di franchi (2,9 milioni di euro) - sostenuto da una maggioranza sia nel governo che nel parlamento ticinesi - da dedicare appunto alla partecipazione ad Expo. A raccogliere le firme per un referendum contro lo stanziamento, e in linea di principio contro la partecipazione, è stata la Lega dei ticinesi, formazione che ha un robusto seguito nel cantone.

La Lega dei ticinesi cavalca la protesta
La gran parte delle forze politiche cantonali – sia di centrodestra che di centrosinistra – sono peraltro favorevoli alla partecipazione ed allo stanziamento. Ma alla vigilia del voto l'impressione di molti è che potrebbe vincere il fronte del no sostenuto dalla Lega. In Svizzera, anche a livello cantonale, il governo è formato da tutti i principali partiti, a prescindere dagli schieramenti. La Lega ha due ministri su cinque nel governo ticinese, ma più che cercare una soluzione a livello di esecutivo e di parlamento ha preferito ad un certo punto andare direttamente verso il referendum.

Il peso degli scandali
A favore del no ticinese alla partecipazione ad Expo potrebbero ora giocare tre fattori: la mancata conclusione, sin qui, dei negoziati fiscali tra Italia e Svizzera, che hanno un capitolo anche sulla tassazione dei frontalieri, numerosi in Ticino; le indagini emerse nei mesi scorsi su episodi di corruzione nella gestione dei cantieri dell’Expo; il fatto, infine, che anche se vincesse il no un minimo di stanziamento per la partecipazione il Ticino l'avrebbe comunque: non si tratterebbe di 3,5 milioni, ma di una cifra nettamente inferiore, assicurata sia dalle associazioni economiche private, sia da fondi pubblici utilizzabili. Molti elettori potrebbero optare per la “protesta” politica contro l'Italia.

Un budget di 3,5 milioni di franchi
Il no servirebbe dunque da un lato a tagliare lo stanziamento ma dall'altro, soprattutto, a lanciare un segnale politico di diffidenza verso la gestione dell'iniziativa Expo. La Svizzera in ogni caso parteciperà ad Expo 2015 e i 3,5 milioni proposti in Ticino dovrebbero servire all'allestimento di uno spazio appunto all'interno del Padiglione svizzero, in comune con altri cantoni, oltre che ad eventi di promozione del cantone sia ad Expo che in Ticino. Se passerà il si, il programma sarà confermato e le tensioni esistenti tra il cantone e l'Italia non aumenteranno; se passerà il no, il piano ticinese sarà molto ridimensionato e un segnale politico di critica alla gestione di Expo 2015 sarà lanciato dal vicino cantone.

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