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Questo articolo è stato pubblicato il 28 settembre 2014 alle ore 08:11.

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Alla deviazione dagli obiettivi concordati, motivata dalla recessione e dunque già contemplata dai cosiddetti fattori mitiganti del Fiscal compact, verrebbe offerto come contropartita l'impatto in termini di incremento del Pil atteso dalle riforme. E se Bruxelles guarda prima di tutto alla riforma del lavoro, il rapido via libera alla delega da parte del Parlamento sarebbe la prima risposta. Poi si valuterà in corso d'opera se inserire parti della riforma in legge di stabilità, oppure se anticiparne alcuni effetti con un decreto. Una partita complessa, con diverse incognite, legate sia alle decisioni che verranno assunte dalla nuova Commissione europea in novembre, sia alla variabile politica interna (le tensioni nel Pd in primis). L'eventuale richiesta di interventi aggiuntivi volti a ridurre il deficit strutturale imporrebbe il varo di una manovra correttiva, i cui effetti sarebbero ulteriormente depressivi. Non è più tempo del rigore a senso unico. Se il governo la spunterà, tutte le carte nel 2015 andranno a quel punto giocate sulla possibilità di incrementare quel modesto 0,5% di crescita previsto dall'attuale quadro previsionale.
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Il menù della legge di stabilità
BONUS IRPEF
L'impegno per la stabilizzazione del bonus Irpef da 80 euro riconosciuto a 11 milioni di lavoratori con redditi fino a 26mila euro lordi è confermato. Non ci sarà invece la sua estensione ad altre platee (come i pensionati o le partite Iva) per mancanza di risorse
IRAP
Intervento sull'Irap, a valere sulla componente del costo del lavoro, potrebbe aggirarsi attorno ai 2 miliardi nell'ipotesi minima e nei dintorni dei 5 miliardi nell'ipotesi massima. In alternativa, si ragiona su un taglio diretto di un altro 10% (non è esclusa una percentuale superiore).
SPENDING REVIEW
L'entità della manovra resta compresa per il momento in un range tra i 15 e i 20 miliardi. L'entità definitiva andrà calibrata anche sulla base dell'effettivo intervento di spending review che verrà adottato dopo l'annuncio di un taglio del 3% sulle "spese" di ogni ministero
BONUS RICERCA
Tra le novità, il credito d'imposta per la ricerca. L'idea è recuperare, rafforzandolo, uno strumento previsto dal decreto Destinazione Italia del 2013 ma finora rimasto lettera morta. Il beneficio fiscale del 50% potrebbe diventare quinquennale (mentre la norma non attuata è su base triennale)
COPERTURA JOBS ACT
In stabilità andranno indicate le risorse per finanziare la riforma degli ammortizzatori sociali prevista nel Jobs Act all'esame del Senato. Si parte dai 700 milioni previsti per gli ammortizzatori in deroga ma si deve arrivare a una dote di 1,5-2 miliardi
NUOVA SABATINI
Nel menù che il ministero dello Sviluppo ha sottoposto al Tesoro trova spazio anche il rifinanziamento della "nuova Sabatini" (acquisto e leasing di beni strumentali). Il plafond messo a disposizione dalla Cdp per i finanziamenti agevolati potrebbe essere raddoppiato con altri 2,5 miliardi

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