Brasile al voto, Rousseff torna favorita
ma nel testa a testa con Marina Silva sarà presidente chi intercetta la classe media

Torna in forte vantaggio Dilma Rousseff , sull'ottovolante dei sondaggi che in Brasile registrano forti oscillazioni d'opinione tra i 142 milioni di elettori chiamati a scegliere il nuovo presidente nelle elezioni in programma domenica.

Dilma, candidata a un secondo mandato per il Partito del lavoratori (Pt, di sinistra), ottiene il 40% delle intenzioni di voto, contro il 27% di Marina Silva, candidata del Partito socialista brasiliano (Psb, progressista). Più staccato il candidato del Partito socialdemocratico (Psdb, di destra), Aecio Neves, con il 18%.

La novità di quest'ultimo sondaggio è che Dilma supererebbe, per la prima volta, Marina anche al secondo turno: 47% contro 43%. In caso di ballottaggio contro Neves, la presidenta otterrebbe il 50% e lo sfidante il 39 per cento.

Sondaggi fluttuanti quindi, che in meno di due mesi hanno inizialmente previsto una schiacciante vittoria di Dilma Rousseff, già al primo turno, domenica 5 ottobre. Un'elezione cui partecipano 142 milioni di brasiliani per eleggere il presidente, 27 governatori, 513 deputati nazionali, 1.069 deputati federali e 27 senatori (un terzo del Senato). Poi un vantaggio a sorpresa di Marina Silva e ora una nuova accelerazione di Dilma.

E' previsto un ballottaggio, il 26 ottobre, nel caso (molto probabile) in cui il vincitore del primo turno non abbia ottenuto la maggioranza assoluta.
Il voto è obbligatorio per i cittadini dai 18 ai 70 anni e facoltativo per quelli dai 16 ai 18 e per gli ultra 70enni.

Si gioca in 5 lettere la battaglia delle presidenziali brasiliane: A, B, C, D, E. Sono le lettere che segmentano la società brasiliana in base al reddito: A e B le più ricche, D ed E, le più povere.

Vincerà chi saprà intercettare il maggior numero di consensi nella classe C, la classe media: A e B saranno i voti contesi tra Marina e Aecio Neves, D ed E voteranno per Dilma. Aggiudicarsi la classe C, vorrà dire vincere le presidenziali. Ritorna, sotto mentite spoglie, una lotta di classe in salsa tropicale.

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