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Questo articolo è stato pubblicato il 29 settembre 2014 alle ore 13:58.
L'ultima modifica è del 29 settembre 2014 alle ore 15:28.

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Dua replica dei magistrati dell’Anm alle dichiarazioni rese ieri sera nella trasmissione televisiva «Che tempo che fa» dal presidente del Consiglio. Matteo Renzi - rileva «con vivo rammarico» l’Associazione nazionale magistrati - «ha ripetuto affermazioni riguardanti l'azione dell'Anm e il concreto funzionamento degli Uffici giudiziari italiani che non corrispondono alla realtà dei fatti».

Nessun attentato dal tetto alle retribuzioni
L’Anm «si vede costretta a ricordare a tutti, con estrema fermezza, che l'Anm non ha mai dichiarato che l'introduzione di un tetto massimo alle retribuzioni di 240.000 euro annuali sia un attentato alla libertà o all'indipendenza della magistratura. Chi sostiene il contrario - attacca l’Associazione - è invitato a dimostrare, una volta per tutte, quando e come l'Associazione avrebbe fatto una simile affermazione». Non solo. L’Anm, guidata da Rodolfo Sabelli, precisa che il tetto «è raggiunto solo dai massimi vertici della Corte di Cassazione e della relativa Procura Generale e che la retribuzione media dei magistrati è enormemente inferiore a quella cifra».

Ferie: la riduzione non farà aumentare la produttività
«Gli uffici giudiziari - aggiungono i magistrati - non chiudono mai e l'Anm non ha mai dichiarato che la riduzione della sospensione feriale e delle ferie (realizzata con il decreto legge n. 132/2014) sia un attentato ai magistrati». In realtà «l'istituto della sospensione dei termini processuali in periodo feriale - fino a oggi fissato dal 1° agosto al 15 settembre - è destinato ad assicurare il concreto esercizio del diritto di difesa (art. 24 Cost.), al fine di evitare il decorso dei termini processuali nei processi ordinari, in un tempo che i cittadini tradizionalmente dedicano al riposo annuale». L’Anm smentisce anche il nesso tra ferie ed efficienza dei processi: «Durante le ferie, fino a oggi di 45 giorni, i magistrati erano comunque tenuti al deposito dei provvedimenti, non essendo prevista alcuna sospensione dei relativi termini. Dunque, il numero dei provvedimenti emessi è indipendente dalle ferie godute, la cui riduzione non potrà determinare alcun incremento di produttività».

I magistrati chiedono rispetto
Insomma, le parole del premier feriscono. «La magistratura ha troppo rispetto della propria indipendenza, per strumentalizzarla a secondi fini», dice l’Anm. «Ci si attende uguale rispetto da parte di tutti».



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