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Jobs act, tutti i distinguo nel Pd sull'articolo 18

Matteo Renzi ha proposto in direzione Pd il superamento dell'articolo 18, lasciando però la “tutela reale” del reintegro per i licenziamenti illegittimi di carattere «discriminatorio e disciplinare». Per quelli economici resterà solo l'indennizzo monetario. Per la minoranza Pd, disponibile a una sospensione temporanea dell'articolo 18 nei nuovi contratti a tutele crescenti, è necessaria successivamente, l'opzione reintegro in tutti i casi di licenziamento senza giusta causa (anche per motivi economici). In posizione di “cerniera” i “giovani turchi” guidati dal presidente Pd Matteo Orfini,. Ecco tutte le principali posizioni emerse nella direzione Pd

3. Jobs act/Bersani: difesa articolo 18 è questione principio

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Pierluigi Bersani (Ansa)

Anche l'ex segretario Pd Pierluigi Bersani ha difeso l'articolo 18. Lo ha fatto indicando il modello tedesco: «La Germania ce l'ha l'articolo 18 ed è cresciuta di quattro punti di Pil», ha detto Bersani, che ha aggiunto: «Va bene unificare i contratti ma attenzione a dire che l'art.18 è simbolico, non vale niente. Per 8 milioni di persone conta qualcosa nel rapporto di forza e per chi si dice di sinistra è una questione di principio: dice che non è tutto monetizzabile».

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