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Questo articolo è stato pubblicato il 29 settembre 2014 alle ore 15:26.
L'ultima modifica è del 29 settembre 2014 alle ore 17:41.

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«Non ci sono scorciatoie per la crescita, non ci sono singole misure, ma serve una strategia. Occorre agire da tutti i lati, dal lato dell'offerta e dal lato della domanda». Lo ha affermato il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan, in occasione della conferenza interparlamentare sul Fiscal compact in Aula alla Camera. Il ministro ha sottolineato la necessità di un approccio di «policy mix», fondato non più sulla contrapposizione tra austerità e crescita ma «sul miglior uso possibile di tutti gli strumenti a disposizione». Padoan ha sottolineato che «il Fiscal compact «va orientato alla crescita», tenendo conto del fatto che oggi siamo «in semistagnazione» e con «inflazione troppo bassa», sicché «tutte le manovre di aggiustamento sono più difficili», anche se «noi continueremo a perseguirle». E ha confermato che il governo sta studiando «nuove misure di riduzione del cuneo fiscale nell'ambito della legge di Stabilità»

Padoan: preoccupa bassa crescita, cause crisi non ancora comprese
Padoan, nel delineare lo scenario economico non ha minimizzato le difficoltà: «Abbiamo di fronte a noi una combinazione molto preoccupante, fatta di bassa crescita, scarsi investimenti, alta disoccupazione, bassa o nulla inflazione in un contesto in cui il debito rimane elevato», ha detto il ministro, che ha ricordato come «negli ultimi mesi tutte le istituzioni internazionali, gli analisti privati e i governi nazionali hanno dovuto ripiegare su se stessi circa le stime di crescita rivelatesi eccessivamente ottimistiche». Rinvii continui che suggeriscono «non solo che la crescita si è dovuta spostare, ma che alcune cause profonde della mancanza di crescita non sono ancora ben comprese da tutti noi e siamo di fronte a problemi assai più profondi del semplice andamento ciclico».

Riforme strutturali vera sfida, austerità non basta
Il ministro dell’Economia ha indicato nelle «riforme strutturali» la «vera sfida per l'Europa e sicuramente per il nostro Paese». E ha spiegato: il nuovo approccio in Ue è «policy mix, non più solo austerità, ma “miglior uso possibile degli strumenti che abbiamo a disposizione».

Orientare “Fiscal compact” alla crescita
Padoan ha ricordato che, dopo l’approvazione del Fiscal compact, l’Italia ha fatto «uno sforzo molto intenso di aggiustamento fiscale e contribuito alla sostenibilità della finanza pubblica». E ha invitato a «tener conto» del fatto che il Fiscal compact è stato concepito «in un altro contesto» ossia «in un quadro macroeconomico più favorevole». Di qui la necessità non solo di «tenere conto delle difficoltà del quadro e delle circostanze eccezionali soprattutto di alcuni Paesi», ma anche di rendere questo strumento «più potente» e orientarlo «alla crescita», perché oggi siamo «in semistagnazione» e con «inflazione troppo bassa», sicché «tutte le manovre di aggiustamento sono più difficili», anche se «noi continueremo a perseguirle».

Pressioni siano più simmetriche
Il ministro ha poi ricordato che le pressioni sui paesi in deficit «sono più forti» di quelle «sui paesi in surplus (commerciale, ndr)». E che in una visione globale e di sistema le «pressioni dovrebbero essere più simmetriche. Per tornare a crescere i governi devono «utilizzare gli spazi di bilancio» che sono «diversi da paese a paese», ha ribadito Padoan, sottolineando che si tratta di «una questione molto delicata». I paesi che non hanno ampi margini di manovra possono portare avanti una «politica di bilancio favorevole alla crescita, un politica che ha a che fare con la composizione del bilancio», adottando un «approccio qualitativo prima ancora che quantitativo».

Serve consenso per successo riforme
Il ministro ha ammesso che «le riforme hanno costi politici e sociali nel breve termine», ma ha aggiunto che «le riforme che hanno successo sono quelle che possono contare sul consenso, quelle condivise e discusse nelle sedi istituzionali appropriate, compresi ovviamente i Parlamenti».

In arrivo nuove misure per taglio cuneo fiscale
Nella replica alla conferenza interparlamentare sul fiscal compact in corso alla Camera Padoan ha ribadito che il governo «sta studiando nuove misure a riduzione del cuneo fiscale da adottare con la prossima legge di Stabilità».

Da Ufficio bilancio via libera a nuovo quadro macroeconomico
Intanto l’Ufficio parlamentare di bilancio ha dato il via libera al nuovo quadro macroeconomico della Nota di aggiornamento al Def. Lo ha reso noto l'Upb in un comunicato. Nella nota di aggiornamento il Pil dovrebbe accusare una contrazione intorno allo 0,3% nel 2014 (terzo anno di recessione consecutiva), ma con il deficit in zona sicurezza grazie all'effetto congiunto del calo dello spread e della revisione contabile operata dall'Istat alla luce dei nuovi criteri Eurostat (il Sec 2010). Stando alle ultime proiezioni il deficit si attesterà attorno al 2,8% , con un peggioramento dunque limitato allo 0,2% rispetto alla stima dello scorso aprile. Nel 2015 è atteso un aumento del Pil dello 0,5 per cento. Il deficit nominale anche nel 2015 si attesterà al di sotto del tetto massimo del 3%, in linea con la stima del 2014.

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