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Sei un turnista? Ecco cinque conseguenze sulla salute e come minimizzarle

In una società che pretende di trovare tutto sempre connesso, aperto, accessibile, 24 ore su 24, il lavoro a turni appare come un orizzonte quasi inevitabile. Oggi un lavoratore su quattro è sottoposto a una rotazione per turni. Con quali effetti sulla salute? E come minimizzarli? Lo abbiamo chiesto a uno specialista di medicina del lavoro e a un esperto di medicina del sonno della Fondazione Maugeri di Pavia.

6. Lavoro a turni / Come minimizzare i rischi

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Innanzitutto, si può intervenire sulla durata del turno di notte. Che non dovrebbe protrarsi per più di 6-8 ore, mentre il numero di notti alla settimana dovrebbe oscillare da una a tre (massimo settimanale) . I problemi possono essere più accentuati per chi abita distante dal luogo di lavoro. «Il pendolarismo implica un ulteriore stress, un fattore aggravante della fatica – rileva Taino - . E di questo bisogna tenere conto, in una riflessione sulla salute dei lavoratori. Inoltre, meglio far precedere il turno notturno da turni mattutini e diurni e fare seguire alle notti altrettanti giorni di riposo».

Ci sono anche persone che dimostrano una migliore adattabilità al lavoro per turni, spiega lo specialista. È avvantaggiato, ad esempio, chi svolge un'attività fisica regolare e chi ha una maggiore flessibilità nei confronti del ritmo sonno-veglia, e in generale chi ha maggiore facilità a vincere la sonnolenza.

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