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Questo articolo è stato pubblicato il 30 settembre 2014 alle ore 10:07.
L'ultima modifica è del 30 settembre 2014 alle ore 13:52.

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Cause di lavoro lunghe? Legnini: «Non scaricare responsabilità sulle toghe»
Poco dopo l’elezione, nel suo primo incontro con la stampa da neo vicepresidente del Csm, Legnini ha toccato gran parte dei temi caldi del dibattito politico, compresa la riforma della giustizia e la legge delega sul mercato del lavoro. «Quella della ragionevole durata dei processi è una priorità inderogabile, un obiettivo e un valore in se'», ha spiegato ai giornalisti, e per le cause di lavoro, riguardanti il reintegro, «si richiede una maggiore speditezza, ma non si può scaricare la responsabilità sui magistrati».

Riforma Giustizia civile, da Csm «attenta partecipazione»
Quanto al reato di autoriciclaggio, Legnini si è detto «fiducioso» su una soluzione positiva» grazie alla mediazione che sta portando avanti il guardasigilli, mentre il “nodo” delle ferie dei magistrati «Sarà una delle prime discussioni che affronteremo con il parere sul decreto sulla giustizia civile». Sulla riforma della Giustizia civile promossa da via Arenula il Csm dovrà «esercitare un ruolo di attenta partecipazione», segnalando «in modo puntale le norme che rischiano di risultare non aderenti agli obiettivi indicati e quelle eventualmente lesive del ruolo della funzione costituzionale dei magistrati».

Vicenda Bene, M5S all’attacco dei partiti
Inevitabile un accenno alla vicenda dell’avvocatoTeresa Bene, eletta e subito esclusa dal Csm per mancanza dei titoli necessari. Un fatto «che mi addolora», ha detto Legnini riferendosi all'ineleggibilità della consigliera laica votata oggi dal plenum su proposta della commissione verifica titoli, «ma non credo che questo appanni o indebolisca il prestigio delle istituzioni». Sul tema dura presa di posizione anche del gruppo pentastellato della Camera («L'incompetenza dei partiti, che sono finanche riusciti ad eleggere al Csm una persona ineleggibile, è veramente disarmante») , che propone al posto di Bene Alessio Zaccaria, «candidato al Csm dal voto della rete, professore universitario lontano dalla politica e dai suoi giochi infimi».

Dall’Economia a palazzo dei Marescialli
Sottosegretario all'Economia nel governo Renzi, componente anche dell'esecutivo Letta, dove è stato alla presidenza del Consiglio con delega all'Editoria, il nuovo vice presidente del Csm ha cominciato a far politica a 17 anni. Sposato, 55 anni, con due figli, avvocato cassazionista specializzato in diritto delle imprese e della Pa, la sua prima esperienza istituzionale è stata quella di sindaco a Roccamontepiano, dove è nato, dal 1990 al 2002. Eletto senatore con i Ds dal 2004, Legnini è stato relatore di numerose leggi, tra cui leggi finanziarie e provvedimenti in materia economica e giustizia. Il 10 settembre è stato eletto come primo componente laico del Csm con 524 voti.

Convergenza “laici” e “togati”
Su Legnini si è quindi confermata la convergenza dei membri “laici” del Csm (oltre a Legnini, Renato Balduzzi, Sc; Giuseppe Fanfani, Pd; Giovanni Leone Ncd; Elisabetta Alberta Casellati, Fi; Pierantonio Zanettin, Fi; Paola Balducci, Sel; Teresa Bene, Pd, non risulta averec i titoli per l’incarico), cui si sono uniti molti de i 16 membri togati, i cui voti sono determinanti. Superate quindi le perplessità emerse nei giorni scorsi per il passaggio diretto di Legnini tra l'incarico di governo e la vicepresidenza dell'organo di governo autonomo della magistratura.

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