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Questo articolo è stato pubblicato il 01 ottobre 2014 alle ore 19:34.
L'ultima modifica è del 01 ottobre 2014 alle ore 20:04.

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Novantuno miliardi ogni anno di principali imposte evase, il 52% al Nord dove il tax gap di Iva,Ires, Irpef e Irap è di 47,6 miliardi, contro i 24 miliardi del Centro (26% del totale) e i 19,8 miliardi del Sud (22%). Un dato influenzato anche dal maggior reddito del Settentrione rispetto al resto del Paese. Sono queste le stime contenute nel rapporto sull’evasione fiscale che ieri il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan ha illustrato al Consiglio dei ministri prima di presentarlo al Parlamento.

Nel 2013 stanata evasione da 24,5 miliardi
L’evasione stanata dall’Agenzia delle entrate nel 2013 ammonta a 24,5 miliardi a fronte di 713.313 accertamenti. La maggiore imposta accertata è così salita dell'87% in sette anni, rispetto ai 13,1 miliardi del 2006. Il dato risulta però in calo rispetto agli anni 2009-2012 e soprattutto rispetto al picco di 30,4 miliardi del 2011. L’attività di recupero delle imposte evase ha comportato riscossioni per 13 miliardi di euro, più del 2012 nonostante si sia registrata «una leggera flessione della riscossione coattiva».

Irregolarità risultano in oltre il 95% delle verifiche
Elevatissima la quota di verifiche sulle imprese che trova irregolarità fiscali: è del 98,1% tra le grandi, del 98,5% sulle medie e del 96,9% sulle Pmi. Il record tocca però agli enti non commerciali: il 99,2% non è in regola. Nella totalità dei controlli sugli atti sottoposti a registrazione sono emerse irregolarità.

Più sinergie operative
Il rapporto, previsto dal dl 66/2014, ripercorre in dettaglio le diverse tipologie evasive e gli strumenti di contrasto. E segnala come una lotta efficace all’evasione non sia possibile senza sinergie operative tra le varie “anime” dell’amministrazione fiscale. Ma anche senza l’uso sinergico delle banche dati e la diffusione di strumenti di pagamento tracciabili, della fatturazione elettronica, della trasmissione telematica dei corrispettivi. Sulla base degli indirizzi che le Camere esprimeranno il governo definirà un programma di ulteriori
interventi per implementare l'azione di contrasto all'evasione fiscale. Con due piani d’azione: da un lato «una solida azione di contrasto agli illeciti, al fine di intervenire in chiave strutturale sul fenomeno, dall'altro un percorso di profondo miglioramento del rapporto tra fisco e contribuenti».

Stop ai condoni
«Mai più condoni», promette il ministero dell'Economia nel rapporto. «Dall'Unità d'Italia a oggi ci sono stati oltre 80 condoni», che «minano la credibilità dello Stato, soprattutto nei confronti dei contribuenti onesti».


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