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Questo articolo è stato pubblicato il 01 ottobre 2014 alle ore 06:37.
L'ultima modifica è del 01 ottobre 2014 alle ore 08:12.

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Il Governo ha scelto Tiziano Treu, l'uomo che ha firmato le principali riforme del lavoro e delle pensioni in Italia negli anni Novanta, per guidare l'Inps. Lo farà subito da commissario e quasi sicuramente tra qualche mese - dopo il previsto parere delle commissioni parlamentari - da presidente.

Ieri è scaduto infatti il mandato del commissario Vittorio Conti scelto dal Governo Letta per traghettare l'istituto dopo le burrascose dimissioni di Mastrapasqua a febbraio e per dare tempo al Parlamento di varare in 6 mesi la nuova governance che però non è mai arrivata. Ora la scelta di Palazzo Chigi è caduta su Treu – 75 anni (età che secondo il decreto Madia gli vieterebbe di avere incarichi di vertice) – che nella sostanza dovrà proseguire e completare il lavoro avviato da Conti.

A partire dall'attuazione del piano industriale 2014-2016 che tra le altre cose dovrebbe portare a regime le incorporazioni di Inpdap ed Enpals, puntando tra le altre cose sulla razionalizzazione delle sedi territoriali e delle agenzie con l'azzeramento entro il triennio delle spese per affitto, con un risparmio di 100 milioni. Solo un assaggio, questo, rispetto al piatto principale della spending review che potrebbe intervenire ancora con altri tagli che a questo punto si aggiungerebbero a quelli in applicazione della vecchia spending review (Dl 95/2012) e dei precedenti tagli lineari per 515,7 milioni di euro in tutto.

Una scure difficile da gestire che potrebbe mettere a rischio i servizi, come già aveva avvertito l'uscente commissario Conti che nei mesi scorsi aveva parlato di «situazione limite» nella quale non ci sarebbero «ulteriori margini» per tagli alla spesa e al personale «senza incidere sui livelli di servizio per la cittadinanza». Sul fronte dei conti complessivi l'Istituto dopo la misura, introdotta con la Legge di stabilità 2014, che ha di fatto azzerato il disavanzo patrimoniale ereditato con l'incorporazione dell'Inpdap rinominando le anticipazioni dello Stato in trasferimento, ha visto calare di quasi 4 miliardi il suo conto economico, con un disavanzo ora previsto di 8 miliardi.

Nel dettaglio - secondo l'ultima variazione al bilancio di previsione 2014 - la gestione finanziaria di competenza presenta un risultato negativo di 8,3 miliardi, come differenza fra 402 miliardi di accertamenti e 410,3 miliardi di impegni, con un miglioramento di 3,6 miliardi rispetto alle previsioni di bilancio originarie per quest'anno che presentava un disavanzo appunto di 12 miliardi.

Per Treu, giuslavorista più volte ministro del Lavoro e soprattutto padre della riforma delle pensioni del 1995 (era ministro del Lavoro del Governo Dini) che ha introdotto il metodo di calcolo contributivo, si tratta di una sfida non da poco. Soprattutto se toccherà a lui accompagnare l'Inps verso la nuova governance degli istituti previdenziali che 8 mesi fa, dopo le inchieste che avevano investito Mastropasqua, sembrava una priorità assoluta.

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