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Questo articolo è stato pubblicato il 02 ottobre 2014 alle ore 06:37.

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ROMA
Forza Italia ha un nuovo nome per la Consulta. È un tecnico, l'Avvocato generale dello Stato Ignazio Francesco Caramazza che sostituirà così il senatore Donato Bruno nel tandem con il candidato Pd Luciano Violante. La decisione è arrivata dopo una riunione a Palazzo Grazioli convocata da Silvio Berlusconi con i vertici parlamentari azzurri e nella quale è stato deciso di accogliere il passo indietro di Bruno. L'ex premier ha preferito optare per un tecnico, anche per evitare eventuali defezioni interne su candidati politici (Sisto, Nitto Palma e Paniz i nomi più gettonati). Dopo 15 fumate nere, oggi potrebbe dunque arrivare il via libera per i due giudici della Corte Costituzionale di nomina parlamentare. La conferma arriva anche via sms sui cellulari dei parlamentari di Fi e Pd in cui viene indicato il tandem Caramazza-Violante.
Più complessa la partita sul Csm. In questo caso il campo è quello dei democratici. L'esclusione dal plenum del Consiglio di Palazzo dei Marescialli della democratica Teresa Bene perché ritenuta non in possesso dei requisiti per l'eleggibilità, impone di trovare rapidamente una sostituzione come non ha mancato di sottolineare il Capo dello Stato Giorgio Napolitano in una lettera inviata ieri alla presidente della Camera Laura Boldrini, in qualità di presidente del Parlamento in seduta comune. Una richiesta a cui i presidenti delle Camere hanno dato immediato riscontro inserendo nell'ordine del giorno di oggi anche la scelta del componente del Csm.
Poiché però risultava difficile arrivare alla fumata bianca, anche perché il quorum richiesto è di due terzi e il Pd non vuole esporsi a nuove figuracce, la seduta è stata rinviata dai due presidenti delle Camere. «La migliore risposta che possiamo dare all'appello del Capo dello Stato rispetto al completamento del plenum del Csm è quella di proporre una candidatura di altissimo profilo», hanno confermato Donatella Ferranti, presidente della commissione Giustizia della Camera, Felice Casson, vicepresidente della commissione Giustizia del Senato, Walter Verini e Giuseppe Lumia, capigruppo del Pd nelle stesse commissioni parlamentari.
«Facciamo nostro – sottolineano gli esponenti democrat in una nota congiunta – il rammarico del presidente Giorgio Napolitano, e riteniamo che ora occorra riflettere con grande serietà sul nome da proporre al Parlamento per l'elezione del membro laico mancante». L'auspicio è che in «tempi ragionevolmente rapidi» si riesca a individuare «una figura di assoluto rigore e di indiscusso spessore giuridico che possa raccogliere il più ampio consenso tra tutte le forze politiche». Fino ad allora sarà però scheda bianca.
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