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Questo articolo è stato pubblicato il 02 ottobre 2014 alle ore 10:53.
L'ultima modifica è del 02 ottobre 2014 alle ore 21:17.

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Il ministro del Lavoro, Giuliano PolettiIl ministro del Lavoro, Giuliano Poletti

Nel Jobs actt il reintegro resterà per i licenziamenti disciplinari (oltre che per quelli discriminatori) ma solo per i casi «particolarmente gravi». Lo ha detto il ministro del Lavoro Giuliano Poletti a “Otto e mezzo”. Il ministro ha glissato sull’ipotesi che il governo metterà la fiducia sul provvedimento all’esame dell’Aula del Senato, dopo il via libera in commissione. « Non è detto che porremo la fiducia, noi pensiamo di procedere secondo le procedure ordinarie». E ha auspicato di veder approvato il provvedimento «con la maggioranza perché i numeri ci sono»

Poletti: scelta tra odg ed emendamento problema politico
A margine di un'audizione alla commissione Affari sociali della Camera il ministro del Lavoro ha confermato che il governo sta ancora valutando se presentare o meno un emendamento o un odg alla delega sul lavoro, per recepire il documento approvato nella direzione Pd del 29 settembre. «C'è una discussione in corso sullo strumento - ha spiegato ai giornalisti - sul come fare a definire la conclusione di questa discussione» ma comunque «tenendo conto che dal punto di vista puramente normativo, la norma così com'è scritta consente già di fare ciò che si vuole fare». «Dal punto di vista della norma non abbiamo esigenze - ha aggiunto - il problema è di tipo politico, di definire come affrontare questa questione».

La povertà avanza, al via nuovo Isee a gennaio
«Siamo di fronte a una situazione di peggioramento significativo» della situazione, segnalato da tutte le istituzioni e le associazioni di volontariato, con un aumento della povertà, «complice la crisi economica e la rececessione», ha aggiunto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, intervenendo in commissione Affari sociali alla Camera. Secondo il ministro si registra «l'apertura della forbice tra diverse fasce della società» e «l'impoverimento di un'area sempre più larga di cittadini». Poletti ha assicurato che il nuovo Isee entrerà in vigore a gennaio, anche «su richiesta degli enti locali» per i quali sarebbe stato inopportuno avviare la riforma ad anno scolastico avviato perché «avrebbe avuto un impatto sui servizi ai cittadini. «Nella prossime settimane - ha concluso Poletti - metteremo a disposizione la modulistica».

Prioritario avvio Piano nazionale contro la povertà
Nel corso dell’audizione, Poletti ha confermato come priorità del governo il lancio di «un piano nazionale di lotta alla povertà». Sul Sia, il sistema di inclusione attiva ancora in fase sperimentale, «abbiamo raccolto elementi e alcuni impostazioni le cambieremo: la logica del bando mostra inefficacia, fa perdere tempo e rischia di produrre più burocrazia e bisogna invece costruire strumenti di azione permanente».

Inclusione attiva meglio del semplice sostegno monetario
Secondo Poletti occorre costruire un'idea «dell'inclusione attiva e della partecipazione responsabile» perchè il «trasferimento monetario si è dimostrato inadatto per problematiche che hanno una particolare definizione per singolo caso». Serve «attivare i soggetti interessati per farli uscire dalla situazione di esclusione e fare in modo che a ciò partecipino un'area larga di soggetti», a partire dal «Comune» che «non deve fare le graduatorie ma dovrebbe fare la regia: attiva la parrocchia, i servizi per l'impiego, l'asl, tutti coloro che sono capaci di formare una rete effettiva in grado di intervenire sistematicamente».

Papa Francesco: diritto al lavoro perno dello Stato sociale
Nel dibattito sulla riforma è intervenuto oggi, indirettamente, anche Papa Francesco, che nel suo discorso ai partecipanti all'assemblea plenaria del Pontificio Consiglio `Giustizia e Pace´, ricevuti oggi nella sala Clementina del Palazzo Apostolico in Vaticano, ha lanciato un appello anon smantellare lo Stato sociale, «in particolare il diritto fondamentale al lavoro». Il Papa ha citato «tre strumenti fondamentali per l'inclusione sociale dei più bisognosi: l'istruzione, l'accesso all'assistenza sanitaria e il lavoro per tutti». In particolare, Francesco sottolinea che «l'istruzione, il lavoro e l'accesso al welfare per tutti sono elementi chiave sia per lo sviluppo e la giusta distribuzione dei beni, sia per il raggiungimento della giustizia sociale, sia per appartenere alla società e partecipare liberamente e responsabilmente alla vita politica, intesa come gestione della `res publica´»

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