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Questo articolo è stato pubblicato il 03 ottobre 2014 alle ore 06:37.

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NAPOLI
Sei ore di tensione tra provocazioni, qualche fumogeno e il getto degli idranti, quindi la consapevolezza che - considerate le premesse della vigilia - tutto sommato è andata bene così. Le telecamere del sistema cittadino di videosorveglianza e quelle per la prima volta posizionate sui caschi delle forze dell'ordine in assetto antisommossa hanno "immortalato" ogni passaggio del corteo di circa quattromila attivisti (tremila secondo la questura) che ieri mattina a Napoli, al grido di "Block Bce", ha provato a cingere d'assedio - qualcuno simbolicamente, qualche altro meno - il vertice della Banca centrale europea tenutosi nella Reggia di Capodimonte.
Due i momenti di tensione. Innanzitutto il lancio di fumogeni e petardi contro la sede del Tribunale dei minori e le scritte sulle vetrine di un'agenzia del Banco di Napoli. Il clou delle agitazioni si è avuto comunque in tarda mattinata, in quell'interminabile decina di minuti che ha visto consumarsi, al bivio tra viale Colle Aminei e via Miano, la provocazione di circa trenta antagonisti. Prima un testa a testa tra due schiere di manifestanti - con caschi, passamontagna e foulard sul viso, alcuni con le maschere nere di Pulcinella, altri con bastoni -, poi un altro gruppo di attivisti che apre una lunga scala di metallo trasportata dal camion che guidava il corteo e la poggia contro il muro al di là del quale c'è la reggia, sede del vertice. Il tutto per fare in modo che uno di loro provasse a saltare dall'altra parte. Con in mano un cartello che recitava: «Block Bce, saremo in-flessibili. Jatevenne». A compiere il gesto un noto antagonista 43enne, poi portato in questura per l'identificazione e, poco prima delle 15, uscito dagli uffici di via Medina con una denuncia in stato di libertà per invasione di pubblico edificio. A sedare gli animi, sparo di lacrimogeni e utilizzo generoso degli idranti da parte dei circa duemila uomini delle forze dell'ordine che seguivano il corteo. Tensioni e urla, quindi, grazie anche alla mediazione degli stessi attivisti, il corteo si è ricompattato mentre l'uomo che ha tentato il blitz veniva bloccato e condotto in questura. Qualche minuto più tardi, dopo aver annunciato l'intenzione di tornare indietro, i Block Bce si sono in larga parte sparpagliati nel cuore del rione Sanità. Molti di loro hanno chiuso lì la giornata di manifestazioni.
Tra le ultime istantanee della manifestazione, il ritorno tra gli applausi dell'uomo che aveva tentato la scalata solitaria di Capodimonte. «Con una semplice scala - dirà - abbiamo beffato l'imponente sistema di sicurezza. Abbiamo lanciato un segnale». Per il resto, si è evitato il peggio «anche grazie al buon senso degli organizzatori della manifestazione che quando hanno visto che l'idea della scala appoggiata per entrare nel bosco di Capodimonte era infruttuosa sono riusciti a dissuadere molti dall'avere atteggiamenti aggressivi», secondo la ricostruzione questore di Napoli Guido Marino. «Non c'è stato nessun coprifuoco. Tutto è andato bene, niente devastazioni né saccheggi. Nessun contatto fisico tra polizia e manifestanti».
Nel bilancio finale della giornata sul fronte dell'ordine pubblico, sedi di istituti di credito imbrattate con spray, qualche uovo e due petardi e i due fumogeni all'interno del tribunale dei Minori «ma senza danni. Qualche negoziante - conclude il questore - e qualche scuola hanno chiuso, ma si poteva evitare».
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I NUMERI DELLA PROTESTA
Tremila in piazza
Secondo la questura di Napoli erano circa 3mila i manifestanti che ieri hanno sfilato nelle strade al grido «Block Bce», provando a cingere d'assedio la Reggia di Capodimonte che ospitava il Consiglio della Bce
Bilancio contenuto
Al termine della giornata, in cui diversi negozi e qualche scuola sono rimasti chiusi, i danni registrati, secondo la questura, sono stati contenuti. Un manifestante è stato fermato e poi rilasciato con denuncia

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