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Questo articolo è stato pubblicato il 03 ottobre 2014 alle ore 20:21.

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British American Tobacco si prepara a entrare, anche in Italia, nel settore dei prodotti di nuova generazione. In poche parole, nel mondo delle sigarette elettroniche. “Siamo pronti a entrare non appena sussisteranno le condizioni regolamentari e fiscali”. A dirlo è Giovanni Carucci, vice presidente di British American Tobacco Italia, durante la conferenza stampa di presentazione del piano quinquennale di investimenti in Italia. Un piano di oltre 1 miliardo di euro, spalmato in 5 anni, definito “serio, solido e importante”.

“In alcuni Paesi, come Uk, dove la regolamentazione si è stabilizzata siamo già entrati – prosegue Carucci - Tre anni fa è stata creata, la società Nicoventures, impegnata nello sviluppo di sigarette elettroniche a elevati standard qualitativi, che abbiamo introdotto in Inghilterra da oltre un anno”. A livello di investimenti, negli ultimi 10 anni Bat ha investito oltre 150 milioni di euro nella ricerca scientifica sulla sicurezza delle emissioni dei prodotti a rischio ridotto e sui loro effetti per la salute dei consumatori. E ora guarda all'Italia. Se le condizioni saranno favorevoli alla sostenibilità del business, Bat entrerà infatti anche nel mercato italiano dei prodotti di nuova generazione. Va in questa direzione, l'attivazione di partnership con rilevanti istituti scientifici nazionali, tra cui l'Istituto di Ricerca Bio Molecolare di Pomezia (IRBM Scienze Park) con cui ha avviato programmi di ricerca a sostegno delle politiche di riduzione del danno per la tutela della salute pubblica.

Dimensione del mercato
Quello delle sigarette elettroniche è “una grande opportunità”, prosegue Carucci, anche se non è stato quantificato l'ammontare. Una cosa è certa. Nel corso degli ultimi anni, c'è un calo strutturale del consumo di tabacco. Di contro, in meno di un decennio, le sigarette elettroniche sono diventate una categoria di prodotto a base di nicotina, con un volume d'affari di miliardi di dollari a livello globale e oltre 10 milioni di utenti regolari soltanto in Europa. Secondo Eurobarometer 2012, il 24% degli italiani adulti fuma sigarette e dal 2008 a oggi c'è stato un numero sempre crescente di italiani che hanno prima provato e poi sono passati alle sigarette elettroniche. Si stima che quasi 3 milioni di fumatori nel Paese stiano usando queste sigarette come totale o parziale sostituto di quelle tradizionali. “ L'investimento di Bat su questo settore è importante”, spiega Piero di Lorenzo, presidente di IRBM, presente oggi alla conferenza di Bat, con cui, da tempo, ha stretto una partnership - Stiamo lavorando sui liquidi delle sigarette elettroniche, per vedere se sono meno dannosi per il consumatore. E penso che a breve saremo in grado di dare dei risultati significativi”.

Ma che ruolo gioca l'Italia?
“Su una produzione annua, che fino alla fine degli anni '90 era di circa 130 milioni di chili, si è assistito a un crollo che ha portato a 50 milioni nel 2013”, dichiara Giovanni Mercati, presidente Cooperativa Tabacchi Verona, che stima per quest'anno una crescita a circa 60 milioni di chili”. Con questi numeri, l'Italia, su una produzione in Europa di 280 milioni di chili, è il più grosso produttore europeo di tabacco, forte anche di un tabacco di alta qualità, nel rispetto delle leggi e del territorio.

Piano di investimenti di Bat
Nella sede di Assolombarda, in una sala allestita con isole modulari, Bat (la società più internazionale fra le aziende del tabacco, con oltre 200 marche vendute in 200 mercati e fabbriche in 41 Paesi) ha presentato il piano quinquennale del gruppo per l'Italia. A 10 anni dall'acquisizione dell'Ente Tabacchi Italiani per 2,3 miliardi di euro (il più grande investimento finora effettuato da una multinazionale nel nostro Paese), il gruppo punta ancora sull'Italia con un programma spartito in 5 anni che prevede investimenti per 650 milioni in aziende italiane di impianti produttivi, 300 milioni per la comunicazione e sviluppo della qualità del prodotto e 100 milioni nel sostegno della coltivazione delle foglie di tabacco.

“L'Italia è un mercato strategico da tutelare perchè ricco di eccellenze in grado di generale valore a livello mondiale”, spiega Marc Lundeberg, ad di Bat Italia, che aggiunge che il piano di investimenti del gruppo ha due fattori principali: il tempo (5 anni, quindi un periodo di tempo sufficientemente lungo che dà possibilità alle aziende di pianificare) e la geografia (visto che gli investimenti coprono tutta la penisola). All'incontro, cui non poteva mancare Licia Mattioli, vice presidente di Confindustria e direttore del comitato tecnico per l'internazionalizzazione e gli investimenti esteri, hanno partecipato anche Angelos Papadomitriou (ceo del gruppo Coesia) e Pietro Leone (ceo Emea di Geometry Global), oltre a Lundeberg, Carucci, Di Lorenzo e Mercati.

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