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Questo articolo è stato pubblicato il 04 ottobre 2014 alle ore 08:11.
L'ultima modifica è del 04 ottobre 2014 alle ore 10:23.

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I nostri due Paesi stanno attraversando le stesse difficoltà: un rallentamento della crescita, una perdita di competitività, un eccessivo indebitamento, una disoccupazione che colpisce tutte le generazioni. Per noi, rappresentanti delle imprese francesi e italiane, questa situazione diventa inaccettabile. Non c'è crescita dell'occupazione senza crescita economica. Non c'è crescita durevole senza competitività. Non c'è competitività senza un adeguato livello di investimenti a lungo termine e quindi senza risparmi a lungo termine.

Il modello che difendiamo si basa su un'Europa orientata alla crescita e che investe per il suo futuro e la sua competitività. Un'Europa nella quale le imprese francesi e italiane, operanti in due paesi che sono grandi partner economici, ricoprono un ruolo insostituibile nel sistema economico e sociale. Il settore privato sa che non possiamo chiedere e aspettarci tutto dall'Europa. È innanzitutto nei nostri paesi che occorre agire. Per dare alle nostre imprese le risorse necessarie per tornare ad investire, svilupparsi e sostenere l'occupazione, chiediamo ai nostri governi di implementare le riforme strutturali di cui abbiamo bisogno. Molti processi sono stati avviati: bisogna proseguire in questo senso e procedere velocemente con azioni concrete, per offrire alle imprese il miglior contesto possibile nel quale operare, a partire da un assetto fiscale più favorevole e da una maggiore flessibilità del lavoro.

Il pessimismo percepibile in molti nostri concittadini non è facilmente superabile, ma scomparirà solo se nei nostri rispettivi paesi si saprà dare spazio ai talenti, alla creatività, all'innovazione, alla conoscenza che caratterizzano i nostri prodotti, stimolano le nostre imprese e attirano i turisti dal mondo intero. La rivoluzione digitale, le attese della classe media dei paesi emergenti, le sfide climatiche, i fabbisogni d'infrastrutture, ci aprono molte opportunità di partenariato e di crescita. A condizione di saperle cogliere. Come?
Gli imprenditori francesi e italiani si aspettano dalla Commissione Juncker e dalla dinamica politica monetaria intrapresa dal presidente della Bce Mario Draghi misure in grado di sostenere la crescita e la competitività e di rendere più vicine le nostre politiche industriali, energetiche e commerciali, conformemente ai nostri comuni interessi strategici e geopolitici.

Il nostro auspicio è che il Piano per gli investimenti annunciato dal Presidente Juncker sia presentato e tradotto al più presto in azioni concrete. Chiediamo un nuovo approccio di politica industriale teso a rimettere al centro delle iniziative l'economia reale.
Si tratta di integrare le esigenze di competitività nelle politiche, a tutti i livelli, al fine di realizzare il raggiungimento dell'obiettivo del 20% di contributo percentuale al Pil europeo da parte del settore manifatturiero.

Auspichiamo investimenti mirati nel settore dell'innovazione e nelle filiere produttive del futuro. Chiediamo un quadro finanziario più favorevole al finanziamento di lungo termine per le imprese, in particolare le Pmi e le imprese di taglia intermedia, che creano più dell'85% dei posti di lavoro. È importante quindi che gli investitori istituzionali non siano scoraggiati nell'investire nell'economia produttiva e nei progetti infrastrutturali da normative europee inadeguate.

Le istituzioni dell'Unione europea dovranno rivedere in questo senso le regole prudenziali, bancarie e assicurative che gravano inutilmente sugli investitori chiamati a finanziare le infrastrutture, la cartolarizzazione dei crediti o le azioni delle imprese, incluse le Pmi. Auspichiamo una migliore integrazione della zona euro attraverso una convergenza a termine del costo del lavoro e della fiscalità. Infine è fondamentale una vera semplificazione amministrativa a tutti i livelli. Medef e Confindustria sono determinati ad avviare una relazione durevole al servizio delle imprese dei nostri due paesi e a favorire lo sviluppo della nostra cooperazione e dei nostri scambi. È questo il senso dell'impegno che abbiamo preso, sulla strada di un lavoro comune.

L'Europa ha bisogno della forza trainante di Francia e Italia, due dei suoi grandi paesi fondatori. La Francia e l'Italia hanno bisogno di sviluppare forme attive di partenariato in seno all'Unione. La strada che si apre è quindi sia bilaterale che europea per andare avanti insieme.
Presidenti di Confindustria e Medef

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