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Questo articolo è stato pubblicato il 05 ottobre 2014 alle ore 14:18.

Dura e complessa, ma soprattutto bagnata, pericolosa e drammatica. Da non dimenticare per via del grave incidente di Jules Bianchi sul finale, dalla dinamica confusa e dall'esito ancora incerto. Ma dalla variabile di casualità davvero maledetta: Sutil è uscito in una curva e poco dopo il pilota francese della Marussia, cresciuto nella fila della Ferrari Driver Academy, è analogamente andato dritto nella stessa curva, impattando violentemente contro la ruspa che stava recuperando la Sauber. Bandiera rossa e gara sospesa. Tardi.
La safety car doveva entrare al momento dell'impatto di Sutil, che non era grave: lo hanno già detto tutti i piloti a motori spenti. Per logica, la gara si poteva invece correre già ore prima, in condizioni di maggiore sicurezza, si polemizzerà nei prossimi giorni. Ma è sempre il “ricatto” televisivo che rovina questo e altri sport: eppure le tecnologie per accontentare il pubblico in ogni caso ci sono: non si spiega perché si debba sempre rischiare così tanto. Ma questa è un'altra storia.
Dal punto di vista sportivo, finché si è corso, la suspense non è mancata neanche quest'anno in casa Honda, nel gran premio del Giappone numero trenta dove, senza smentire le aspettative, Rosberg e Hamilton sono stati ancora a turno protagonisti. Nonostante qualche piccolo imprevisto e incertezza di guida, alla fine hanno concluso nell'ordine Hamilton e Rosberg, ma senza potersela giocare fino all'ultimo.
Al di fuori del “campionato Mercedes”, tante altre partite erano in gioco. La Red Bull si conferma di diritto il secondo costruttore della stagione, dando spettacolo per tutta la gara con un Ricciardo sempre più coraggioso e acrobatico nei suoi sorpassi, ma con un Vettel in gran spolvero, che ha mostrato una rinnovata competitività.
La forte pioggia ha iniziato a creare problemi sin dall'inizio. La gara è cominciata con due giri dietro la safety car, poi subito fermi in pit lane. Dopo una mezz'ora circa di attesa la gara è ripartita a ritmo ridotto, per un totale di una decina di giri neutralizzati. Subito un grande colpo di scena: nel giro di rilancio, Alonso ha dovuto abbandonare la macchina in mezzo alla pista, tradito da un'affidabilità ormai tramontata, proprio nel weekend delle più grandi notizie di mercato, che hanno sancito la partenza ufficiale di Vettel.
Con la ripartenza si è distinto Button come primo fra i big a mettere le intermedie. All'inglese e al suo team è spesso piaciuto spaiare la strategia: scelte tante volte estreme e disperate. Quanto più saggia invece oggi, che gli ha permesso di riposizionarsi presto al terzo posto.
Vettel, terzo a fine giornata, è stato il più aggressivo di tutti. Da subito davanti a Ricciardo, è andato ad attaccare entrambe le Williams con sorpassi che rimarranno nell'album di questa pista, con Massa e Bottas infilati nella stessa curva, uno all'interno e uno all'esterno, testimoniando un grip e un carico aerodinamico nettamente superiore alle Williams, nonostante le più recenti evoluzioni aerodinamiche studiate a Grove.
Red Bull a parte, la gara è stata sempre all'insegna dei motori Mercedes. Problemi però al secondo pit stop di Button, rientrato dopo Vettel proprio mentre segnava un giro veloce: è stato necessario cambiargli il volante per evitare guai come si era visto accadere a Rosberg.
Fra i momenti più topici della gara, si ricorda il rientro al giro 35 di Ricciardo, mentre era leader della corsa, che non ha rischiato alcuna strategia di attesa e ha scelto di andare prudentemente ai box. Con il senno di poi, non è stata la mossa migliore.
Azzardato anche l'ultimo cambio di gomme per Vettel, che è stato fatto già nel regime dell'ultima safety car ma, vista la bandiera rossa, gli è stata restituita la posizione sul gradino più basso del podio. Una domenica comunque di riscossa per il quattro volte campione proprio mentre il team ha annunciato di lasciarlo andare via, nonostante un giretto nell'erba anche al trentanovesimo quando la pioggia, con poco ritardo rispetto alle previsioni, si era già rifatta insistente.
Al giro 43 un'altra scelta coraggiosa di McLaren poteva replicare il successo di Button nella prima fase, ma l'accorciamento obbligato della corsa ha cancellato ogni possibilità di dargli ragione. Onore comunque al campione 2008 che, con una gara come questa, acquista ulteriori chance di riconferma in McLaren.
Anche se fuori dal podio, e più lente del previsto per un'inferiorità aerodinamica, le Williams si confermano sempre di più la terza forza in campo, e meritano di consolidare la posizione nel campionato costruttori. L'uscita di Fernando, che sognava quasi il podio, e un'altra gara anonima di Kimi lasciano campo libero al team inglese, mandando all'aria un gran premio dove si poteva fare bene, se non fosse per il bagnato che, spesso, riduce il gap meccanico e valorizza di più le doti dei piloti. Ma nel paddock oggi quello che conta è solo una cosa: la speranza per il recupero di Jules Bianchi, perché è stata un incidente grave accaduto in condizioni molto discutibili, sia per la scelta di continuare a correre con quella pioggia, sia per non aver interrotto la gara dopo l'incidente di Sutil.
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