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Questo articolo è stato pubblicato il 05 ottobre 2014 alle ore 19:29.
L'ultima modifica è del 06 ottobre 2014 alle ore 10:37.

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Hanno ricevuto la lettera di licenziamento via mail e oggi dovranno restituire «presso la reception» telefono cellulare, pc e badge. Non fa sconti a nessuno dei 154 dipendenti Nokia Solution Network (ex Nokia Siemens) interessati alla procedura di mobilità la missiva che porta la data del 3 ottobre scorso. Poche righe, lapidarie per dire «le comunichiamo la risoluzione del suo rapporto di lavoro con effetto dal 6 ottobre» e per precisare che «il suo nominativo è stato individuato nel rispetto dell’attuale disciplina in tema di licenziamenti collettivi».

I lavoratori non ci stanno e dalle 7 di questa mattina stanno bloccando le attività della sede di Cassina de Pecchi (Milano), la più colpita dal provvedimento, che interessa 4 lavoratori a Roma, oggi in assemblea, e 2 a Napoli. Hanno intenzione di andare avanti a oltranza, fino a che non saranno ritirate tutte le lettere di licenziamento: «L’azienda non ha avuto bisogno del Jobs Act o delle modifiche all'articolo 18 per licenziare 115 persone, dopo averne cancellate 2.500 in 7 anni» spiega l’Rsu.

Si tratta di un grave atto unilaterale, sostengono i lavoratori. «Non è stata raggiunta alcuna intesa in sede ministeriale», si legge nella raccomandata di messa in mobilità dei dipendenti che ricorda come proprio il 30 settembre scorso sia stato sottoscritto un verbale di mancato accordo.

A nulla erano serviti gli incontri precedenti tra azienda e sindacato per scongiurare i licenziamenti. E neanche l’appello del ministro al Lavoro, Giuliano Poletti, che ha chiesto all'azienda di «ritirare le lettere di mobilità e aprire una discussione». La lettera è arrivata e, anche se annunciata, ha avuto l’effetto di una doccia fredda.

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