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Questo articolo è stato pubblicato il 06 ottobre 2014 alle ore 13:12.
L'ultima modifica è del 06 ottobre 2014 alle ore 17:08.

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(Afp)(Afp)

La Commissione europea è pronta a respingere il bilancio della Francia per il 2015, nel quale Parigi ribadisce la sua opposizione a nuove misure di austerità. Secondo fonti vicine alla Commissione Ue, il «no» di Bruxelles alla Francia arriverà alla fine di ottobre e conterrà anche la richiesta a Parigi di modificare la legge di bilancio per il 2015, nella quale è scritto nero su bianco che il deficit francese quest'anno si attesterà al 4,4% del Pil, nel 2015 si restringerà di pochissimo al 4,3%, nel 2016 scenderà al 3,8% e solo nel 2017 andrà al 2,8%, cioè sotto il tetto del 3% previsto dal Trattato di Maastricht.

Prima bocciatura europea?
Sarebbe la prima volta che l'Esecutivo europeo, esercitando i nuovi poteri conferitigli nel 2013, chiede ufficialmente a uno Stato membro di modificare la bozza di legge di bilancio. La commissione avvierà anche la procedura di infrazione nei confronti della Francia, già inserita nella lista dei Paesi che non rispettano le regole Ue di bilancio (la cosiddetta procedura per deficit eccessivo).

La Finanziaria che non piace a Bruxelles
La settimana scorsa il Governo francese ha presentato un progetto di Legge di bilancio che allunga i tempi di riduzione del disavanzo. «Abbiamo preso la decisione di adattare il passo di riduzione del deficit - ha spiegato il ministro delle Finanze Michel Sapin - alla situazione economica del Paese». «La nostra politica economica - ha aggiunto Sapin - non sta cambiando, ma il deficit sarà ridotto più lentamente del previsto a causa delle circostanze economiche». «Nessun ulteriore sforzo - si legge in un comunicato che accompagna i numeri della legge di bilancio - sarà richiesto alla Francia, perché il governo, assumendosi la responsabilità di bilancio di rimettere sulla giusta strada il Paese, respinge l'austerità». Una decisione interpretata da molti come un gesto di sfida alla Commissione europea e alla stessa Germania, paladina del rigore di bilancio.

Staffetta tra vecchia e nuova Commissione
Da Bruxelles per ora non arrivano conferme, né vere e proprie smentite. «Tutti i Paesi - ha detto il portavoce del commissario agli affari economici, Simon O’ Connor - sono tenuti a notificare i loro piani di bilancio entro il 15 ottobre. Per ora circolano solo bozze e quindi sarebbe estremamente prematuro prestarsi a speculazioni sui contenuti delle opinioni che daremo». La pagella Ue cade in una delicata fase di passaggio tra la vecchia Commissione, guidata dal portoghese José Manuel Barroso, e la nuova del lussemburghese Jean-Claude Juncker.

Moscovici o Katainen?
Questo incrocio temporale ha sollevato dubbi su chi «firmerà« le valutazioni sui bilanci. O’ Connor si è richiamato alle regole stabilite dall'articolo 7 del «two pack», il nuovo regolamento Ue che rafforza la sorveglianza sui bilanci nazionali e che fissa come termine la «fine di novembre» per il parere Ue sui bilanci. In questo caso quindi a deliberare sarebbe Moscovici, il nuovo commissario agli Affari economici che prenderà il posto del finlandese Katainen all’inizio di novembre. Tuttavia, «casi di gravi inadempienze, allora il termine è di due settimane dalla consegna del piano«. In questa ipotesi la scadenza sarebbe dunque la fine di ottobre, quanddo in carica sarà ancora Katainen. La portavoce della Commissione Pia Ahrenkilde Hansen ha comunque puntualizzato che «le Commissione uscente e quella entrante stanno lavorando strettamente assieme per assicurare la transizione«.

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