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Questo articolo è stato pubblicato il 09 ottobre 2014 alle ore 07:23.
Da quest'anno, anche Parigi ha il suo bilancio partecipativo. Il sindaco Anne Hidalgo ha infatti deciso di destinare il 5% del budget per investimenti nel periodo 2015-2020 (426 milioni) alla realizzazione dei progetti più votati dai parigini. Ai quali è stato chiesto di esprimersi su 15 idee individuate dal Comune, indicandone al massimo cinque. Le nove proposte che hanno ottenuto più consensi saranno realizzate, per un valore complessivo di 20 milioni. Dall'anno prossimo saranno direttamente i cittadini a indicare liberamente le loro priorità.
Al voto, che si è svolto tra il 24 settembre e il 1° ottobre, hanno partecipato in 40mila (24mila via internet e 16mila utilizzando le 190 urne disseminate in uffici pubblici dei venti “arrondissements” in cui è suddivisa amministrativamente la città). A raccogliere più consensi (21.300) è stata la realizzazione di coperture vegetali di muri ciechi (2 milioni per “arricchire” una quarantina di muri). Seguita dalla dotazione di giardini pedagogici per le 313 scuole materne ed elementari (sulle 663 totali) che ancora non ce l'hanno (il progetto, da un milione, è stato votato da 20.300 persone). Il terzo posto del podio (18.600 bollettini) è stato conquistato dall'abbellimento di alcune zone della città, in particolare i sottopassi della circonvallazione ( il “Périphérique”), con uno stanziamento di 1,5 milioni. Il progetto più costoso (3,7 milioni) è invece quello che prevede il restauro dei 33 chioschi per la musica presenti nei parchi e nei gradini della città (scelto da 14mila persone).
Se per Parigi si tratta di una novità, non è stata certo la capitale francese a inventare il bilancio partecipativo. La prima città ad adottare questo strumento di democrazia diretta è stata, nel 1989, Porto Alegre, la metropoli brasiliana famosa per il Forum sociale. Il suo esempio è stato seguito negli anni da molte amministrazioni in tutto il mondo, Italia compresa. In Francia la piccola città di Grigny (8.500 abitanti) affida da ormai nove anni agli abitanti la decisione sulle priorità degli investimenti da realizzare. Dal punto di vista quantitativo è Chengdu - il capoluogo del Sichuan, in Cina – quella che destina maggiori risorse: circa 60 milioni di euro all'anno dal 2008 per gli investimenti infrastrutturali nei 2.300 villaggi della provincia.
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