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Questo articolo è stato pubblicato il 08 ottobre 2014 alle ore 15:53.
L'ultima modifica è del 09 ottobre 2014 alle ore 00:17.

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All'Italia l'oscar della tassazione sugli immobili. Quello che i contribuenti italiani da tempo avevano capito è ora una certezza documentata, con grafici e cifre. Ci ha pensato Confedilizia ha lanciare il “j'accuse” contro gli ultimi governi, che hanno aumentato la pressione delle imposte dirette e indirette sui patrimoni immobiliari, portandole a livelli che non hanno eguali in Europa e nel mondo. Per alleviare la pressione fiscale e dare un segnale di fiducia agli italiani Confedilizia ha fatto la sua proposta shock: «Ridurre le rendite catastali in modo significativo, in modo dare un segnale di fiducia ai proprietari immobiliari», chiede il presidente di Confedilizia, Corrado Sforza Fogliani.

In Italia primato mondiale sulla fiscalità immobiliare
A smontare la tesi - sostenuta dal governo Monti - che l'Italia avesse una bassa tassazione sugli immobili e che ci fossero dunque spazi di manovra per rivedere al rialzo le aliquote, è uno studio a cura di Francesco Forte, docente di Scienze delle Finanze alla Sapienza di Roma. I principali contenuti dello studio (che sarà pubblicato da Confedilizia) sono stati anticipati a Roma e illustrati dal curatore nella sede dell'associazione della proprietà edilizia. «Già nel 2011 - dice Forte - la tesi era falsa perché, sul Pil, la media per i 15 stati nel complesso era pari alla pressione italiana del 2011, ossia lo 0,7%. E con l'Imu è stato raggiunto il livello dell'1,5%, mentre nell'Eurozona era lo 0,8%».

Tutti i grafici illustrati, relativi al 2012 (ultimo anno disponibile per risultati confrontabili tra i vari paesi), confermano l'amara realtà di una tassazione definita «disumana», con livelli sempre più elevati rispetto alle media dei paesi europei (a 15 e a 22 Stati) e alla media Ocse: la tassazione diretta vale l'1,5% sul Pil contro lo 0,8% dell'Europa a 15. Con le imposte indirette siamo allo 0,7% del Pil contro quasi lo 0,2% della media Ocse. Messe insieme, le due imposte pesano per il 2,2% rispetto al Pil, contro l'1,2% della media Ue. Ma ecco la sintesi: la tassazione globale sul reddito e sugli immobili vale qualcosa come 15% del Pil, contro un valore tra l'8% e 10% delle medie di altri Paesi.

Solo tre Paesi hanno una fiscalità immobiliare più pesante
Se poi il confronto viene fatto a livello di paese, prendendo i sei maggiori tra i 32 del paniere Ocse, si scopre che l'Italia - tra il 2011 e l'anno successivo - ha surclassato Spagna e Giappone, collocandosi alle spalle di soli tre paesi con fiscalità immobiliare più pesante: Stati Uniti, Francia e Regno Unito. Ma in questi tre paesi, l'elevata tassazione sugli immobili è compensata da una tassazione complessiva sul reddito meno elevata. Se infatti si guarda al “cuneo fiscale” che grava sul contribuente italiano si vede che nessuno stato raggiunge il nostro 18,1%: il Regno unito si ferma all'11,5%, gli Usa arrivano al 15,5% e la Francia al 14,2%.

Le proposte di Confedilizia
Accanto alla denuncia Confedilizia ha lanciato le sue proposte: «C'è bisogno di una manovra shock che restituisca agli italiani fiducia, dando certezza che gli immobili non saranno più la soluzione ai bisogni di cassa dello Stato». Da qui la richiesta di una «riduzione delle rendite catastali significativa, per 700-800 milioni di euro». «La copertura necessaria - aggiunge Sforza Fogliani - non è molta, e invece il segnale di fiducia sarebbe molto efficace». «Gli italiani - ha ricordato sempre il presidente di Confedilizia - si sono visti privati da un giorno all'altro della garanzia , anche psicologica del valore dei loro immobili. È per questo che gli italiani non hanno più la capacità di spendere per i consumi». Quanto poi all'annunciato “ricompattamento” di Imu e Tasi, Confedilizia approva, «perché viene incontro a esigenze più volte rappresentate anche al precedente governo, in questo caso inutilmente». «Si impone però – aggiunge Sforza Fogliani – un recupero del concetto del beneficio dei servizi già sostenuto dall'Alta Commissione di studio sul federalismo fiscale».

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