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Questo articolo è stato pubblicato il 08 ottobre 2014 alle ore 23:20.
L'ultima modifica è del 09 ottobre 2014 alle ore 15:43.

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L'ex premier slovena Alenka Bratusek, bocciata ieri alle commissioni parlamentari che avevano tenuto la sua audzione, si è dimessa da candidata vicepresidente della Commissione europea. Lo ha reso noto il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker. Le commissioni Envi (Ambiente) e Itre (Industria, Ricerca, Energia) dell'Europarlmento, riunite in seduta congiunta ieri pomeriggio a Bruxelles, avevano bocciato con 112 voti contro 13 e due astensioni la commissaria designata, che il presidente eletto Jean-Claude Juncker aveva proposto come vicepresidente all'Energia nella nuova Commissione europea.

La Bratusek, ex premier sloveno, liberale, ha praticamente ricevuto una sfiducia ad personam riguardo alla sua adeguatezza come membro della Commissione, indipendentemente dal portafogli. Bocciatura senza pietà per Bratusek, definita «impreparata» e «appiattita» sui voleri del Consiglio.

Ora il governo sloveno dovrà indicare uno o più nuovi candidati a Juncker. I candidati dati per probabili sono l'attuale commissario uscente all'Ambiente, Janez Potocnik, e l'europarlamentare socialista Tania Fajon. Il nuovo commissario designato dovrà passare un'audizione, che sarà probabilmente organizzata per la settimana prossima. in modo da mantenere la data del voto di fiducia in Plenaria per l'intera Commissione Juncker, prevista per il 22 ottobre a Strasburgo.

Un altro voto, sempre nella riunione congiunta delle stesse commissioni, ha dato invece il via libera allo spagnolo Miguel Arias Cañete, commissario designato all'Energia e Clima, che era stato messo sulla griglia per i suoi legami personali o familiari con il settore petrolifero. La commissione giuridica (JURI) dell'Europarlamento ha giudicato che queli legami sono stati recisi, e che non sussiste il conflitto d'interessi che era stato paventato dagli eurodeputati verdi e della sinistra. Al voto sulla sua adeguatezza come commissario, Arias Cañete ha avuto l'approvazione di 83 eurodeputati contro 42 e tre astenuti. Al voto successivo sulla sua adeguatezza per il portafogli assegnato, il risultato è stato di 77 voti favorevoli contro 48, e tre astenuti.

Il fatto che sia passato il popolare Arias Cañete diventa ora una garanzia che il Ppe «rilascerà l'ostaggio» socialista, votando stasera stessa a favore dell'ex ministro delle finanze francese Pierre Moscovici, designato agli Affari economici e finanziari, nella riunione in corso della commissione economica.

Bratusek è la prima (e con tutta probabilià sarà anche l'ultima) dei commissari designati del team di Juncker ad aver fallito del tutto la propria audizione al Parlamento europeo. Un altro voto negativo, da parte della commissione europarlamentare competente (Cultura), c'era già stato la settimana scorsa per l'ungherese Tibor Navracsics del Ppe, ma solo riguardo alla sua adeguatezza per il portafogli che Juncker gli voleva assegnare (Educazione, Cultura, Giovani e Cittadinanza). Nel suo caso, si prevede che gli sarà semplicemente tolta una parte del portafogli (probabilmente la Cittadinanza).

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