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Questo articolo è stato pubblicato il 08 ottobre 2014 alle ore 16:21.
L'ultima modifica è del 09 ottobre 2014 alle ore 10:06.

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(Ap)(Ap)

Finora i morti sono 3.865
L'Ebola ha provocato 3.865 morti su 8.033 casi registrati in cinque Paesi dell'Africa occidentale(Sierra Leone, Guinea, Liberia, Nigeria, Senegal) e negli Stati Uniti. Lo indica l'ultimo bilancio dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), aggiornato al 5 ottobre e pubblicato a Ginevra.
Circa la metà delle persone contagiate dalla febbre emorragica del virus Ebola sono decedute, secondo questi dati. Che non prendono ancora in considerazione un liberiano deceduto negli Stati Uniti e un'infermiera spagnola contagiata mentre assistiva un malato, il primo caso di contagio fuori dall'Africa.
L'epidemia, la più grave dall'identificazione del virus nel 1976, è partita dalla Guinea a fine dicembre 2013. Il Paese più colpito è la Liberia, con 2.210 morti su 3.924 casi.

Usa inviano 100 Marine e 6 aerei in Liberia
Con l'incubo di ebola dentro casa gli Usa non dimenticano l'impegno in Africa Occidentale. Il Pentagono ha annunciato che inviera' 100 marine e 6 aerei da trasporto in Liberia per fornire assistenza medica alla popolazione. Si tratta di 4 convertiplani Osprey e due C-130 Hercules che saranno di base nella capitale Monrovia, ha chiarito il portavoce, il contrammiraglio John Kirby. In totale Washington è pronta a schierare 3.200 soldati tra Liberia e Senegal (al momento ce ne sono gia 350 nei due Paesi), arrivando fino ad un massimo di 4.000 unità.

Il presidente della Banca Mondiale
Il presidente della Banca Mondiale, Jim Kim, ha riconosciuto che la Comunità internazionale ha «fallito miseramente» la sua risposta all'epidemia di Ebola, il virus che ha già ucciso 3.800 persone in Africa occidentale. La Banca Mondiale - che in occasione del meeeting annuale di questo weekend a Washington organizza una riunione sulla lotta contro il virus alla presenza dei leader dei tre Paesi più colpiti (Guinea, Sierra Leone e Liberia) - intende costituire un fondo da 20 miliardi di dollari che, in futuro, sarà in grado di reagire istantaneamente alle emergenze.
«È tardi, è davvero troppo tardi», ha detto Kim in un'intervista pubblicata oggi sul quotidiano britannico The Guardian. «Avremmo dovuto fare così tante cose. Avrebbero dovuto essere costruite infrastrutture sanitarie. Avrebbero dovuto esserci monitoraggi nel luogo del primo caso riportato. Avrebbe dovuto esistere una risposta coordinata».

Costi economici per 32 miliardi in Africa occidentale
Intanto si fanno le prime stime dell’impatto economico dell’epidemia. Secondo la Banca mondiale potrebbe costare all'Africa occidentale 32,6 miliardi di dollari nei prossimi 15 mesi. È la stima presentata in un nuovo rapporto di 71 pagine. Questo se il virus - che secondo i dati dell'Organizzazione mondiale della sanità ha causato oltre 3.400 morti - non sarà contenuto entro il prossimo dicembre. Una catastrofe economica, dice la Banca Mondiale, che però potrebbe ridursi « se ci sarà una risposta nazionale e internazionale immediata», si legge nel rapporto.

I due scenari
Quali sono gli scenari ipotizzati? Secondo la Banca mondiale potremmo trovarci di fronte a la possibilità di un «low Ebola», in cui il contenimento dell'epidemia entro fine anno peserà sul Pil di Sierra Leone, Guinea e Liberia (gli epicentri dell'epidemia) per 3,8 miliardi di dollari entro la fine del 2015. Oppure il mondo dovrà affrontare un «high Ebola», in cui il virus si diffonderà nei Paesi confinanti con quelli attualmente più colpiti tra i quali il Ghana, la Nigeria e il Senegal colpendo l'economia della regione per 7,4 miliardi di dollari quest'anno e altri 25,2 miliardi di dollari nel 2015, l'equivalente del 3,3% del Pil regionale. L'istituto di Washington ricorda tuttavia che una risposta immediata è possibile, citando il caso di Nigeria e Senegal che per ora sono riusciti a fermare la diffusione capillare della malattia, grazie a una veloce e decisa reazione.

Il rapporto della Banca mondiale

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