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Questo articolo è stato pubblicato il 08 ottobre 2014 alle ore 10:33.
L'ultima modifica è del 08 ottobre 2014 alle ore 23:49.

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Renzi sull’ostruzionismo: «Proccupa la disoccupazione, non l’opposizione»
«A me preoccupa la disoccupazione, non l’opposizione». Questa la risposta del premier durante la conferenza stampa del tardo pomeriggio che ha chiuso il summit sul lavoro a chi gli chiedeva se temeva la bagarre in atto al Senato sul Jobs act. «Chi vuole cambiare le cose deve fare le riforme, e l’Italia deve cominciare da se stessa, guardandosi allo specchio», ha poi ribadito riprendendo un argomento usato nel corso del summit. L’Italia «troppe volte ha promesso e poi non ha mantenuto», ammette Renzi, ma questa volta «abbiamo bisogno di cambiare marcia», una scommessa che avrà più possibilità di essere vinta se sarà accompagnata da un cambio di passo anche dell’Europa. Per non correre il rischio, ha concluso Renzi citando Van Rompuy, di «perdere un’intera generazione» messa in ginocchio dalla disoccupazione e dalla crisi.

Italia vuole seguire raccomandazioni Ue, ma se lo fa supera il 3%
Quanto al deficit, Renzi ha spiegato che quello del 3% «è un parametro datato», ma che l’Italia lo rispetterà comunque. Annzi, nella possima legge di stabilità «verrà inserito il limite del 2,9%, perché «è importante dare il segnale che il mio paese sta rispettando gli impegni». «Noi vogliamo fare la nostra parte - ha assicurato Renzi - ma se paghiamo i debiti della Pa, cosa che in Italia si è fatto ahimè con un certo ritardo, si tratta di circa 60 miliardi di euro, ne mancano 3 per completare il pagamento e uscire dalla procedura di infrazione, giustamente applicata ma se lo facciamo superiamo il 3%. Insomma c'è una contraddizione tra le due cose». Renzi ha poi accennato ad un meccanismo antievasione «che ci porterebbe 10 miliardi di euro ma deve essere autorizzato dall'Ue e non è stato fatto...». Per Renzi «se questi incontri ci aiutano a vincere la resistenza che deriva dalle procedure tecniche dei nostri paesi facciamo una cosa nell'interesse dei cittadini».

Barroso: bene Italia su riforma del lavoro
Protagonista non dichiarata della giornata la riforma del mercato del lavoro italiano contenuta nel Jobs act su cui il governo Renzi ha chiesto la fiducia al Senato. «Mi congratulo con il presidente del consiglio Matteo Renzi per l'iniziativa del Jobs act», ha detto Jose Manuel Barroso, presidente uscente della Commissione europea, sottolineandone l’importanza.

Van Rompuy: abbassare tasse su lavoro
Herman Van Rompuy, presidente del Consiglio europeo, nel corso del suo intervento indica come priorità la lotta alla disoccupazione, «in particolare quella giovanile». E per far questo, innanzitutto, bisogna abbassare le tasse sul lavoro. Anche Van Rompuy si è quindi «congratulato» con Renzi per la riforma del lavoro. Occorre «superare il crescente divario» tra «chi è dentro e chi è fuori», ha concluso. Van Rompuy torna sul tema anche nel corso della conferenza stampa finale, in cui ricorda che «C'è una forte necessità di detassare il mondo del lavoro, credo che questo possa essere la più grande promozione per rilanciare l'occupazione».

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